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I soldi rendono davvero felici? La scienza non ha dubbi: svelato il mistero

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Ma i soldi ti rendono felice sul serio? La risposta al dilemma che affligge tutto il pianeta. 

Negli ultimi anni, il dibattito sul legame tra denaro e felicità ha subito una svolta significativa grazie a nuove evidenze scientifiche che sfidano antichi luoghi comuni. Un recente studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha infatti dimostrato che un reddito più elevato è correlato a livelli di felicità crescenti, superando la convinzione diffusa secondo cui oltre una certa soglia economica la felicità non aumenterebbe più.

Lo studio, condotto da un team internazionale guidato dal britannico Daniel Kahneman e dallo statunitense Matthew Killingsworth, con il contributo della professoressa Barbara Mellers della Penn Integrates Knowledge University, ha raccolto dati su oltre 33 mila lavoratori americani, monitorandone il benessere emotivo in tempo reale tramite un’app chiamata “Traccia la tua felicità”. I partecipanti venivano interrogati più volte durante la giornata su come si sentissero, permettendo agli studiosi di raccogliere oltre 1,7 milioni di risposte.

Il risultato ha smentito la precedente ipotesi di Kahneman del 2013, secondo cui la felicità si stabilizzava superati i 70 mila dollari di reddito annuo. Al contrario, la nuova ricerca mostra che anche oltre gli 80 mila dollari il benessere quotidiano continua a crescere. Secondo Killingsworth, questo fenomeno è legato al senso di controllo che il denaro conferisce sulla propria vita, un elemento chiave per il benessere emotivo.

Tuttavia, lo studio sottolinea anche un’importante eccezione: per chi è ricco ma infelice, l’aumento del reddito non porta maggior felicità. Barbara Mellers chiarisce che la relazione tra reddito e benessere emotivo varia in base allo stato emotivo delle persone: chi è meno felice beneficia di un aumento della felicità fino a circa 100 mila dollari, mentre chi si trova in uno stato intermedio o alto di benessere mostra una crescita lineare o addirittura accelerata del benessere con l’aumentare del reddito.

Riflessioni filosofiche sul denaro e la felicità

In questo contesto, è fondamentale anche un contributo di natura filosofica. La filosofa e scrittrice Maura Gancitano, fondatrice di Tlon, ha evidenziato come i dati scientifici sulla felicità siano più descrittivi che prescrittivi. “Non esiste una ricetta valida per tutti per essere felici”, spiega Gancitano. La felicità è un concetto complesso e variabile, influenzato da molteplici fattori culturali e individuali, e la ricerca scientifica serve soprattutto a fotografare lo stato attuale della società.

Gancitano sottolinea inoltre come il detto popolare “i soldi non fanno la felicità” sia spesso usato come giustificazione per accettare le disuguaglianze sociali. In realtà, la stabilità economica è un privilegio che pochi possono permettersi, e la precarietà economica incide profondamente sul benessere mentale e fisico. La proprietà di una casa, ad esempio, è associata a un significativo miglioramento della salute mentale, ma oggi per molte giovani generazioni acquistare un’abitazione è diventato un traguardo difficile da raggiungere.

La filosofa invita a riflettere su quali siano i valori personali e collettivi in grado di favorire il benessere. “Il benessere collettivo non è solo la somma di quelli individuali, ma richiede azioni concrete per ridurre disuguaglianze e discriminazioni”, afferma, evidenziando come oggi il miglioramento personale sia spesso visto come un fatto privato, mentre chi affronta difficoltà economiche o psicologiche viene stigmatizzato invece di ricevere supporto.

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Soldi e felicità, il binomio esiste davvero? – www.LinkedinCaffè.it

Lo studio scientifico sul legame tra reddito e felicità conferma in parte l’importanza degli indicatori economici tradizionali come il PIL (Prodotto Interno Lordo) nel misurare la ricchezza di un Paese. Tuttavia, negli ultimi anni si è rafforzata la consapevolezza che occorra considerare anche il Benessere Interno Lordo che valuta aspetti più ampi, non solo materiali, della qualità della vita.

Come osserva Gancitano, la società odierna è spinta da un modello produttivo e consumistico che, negli ultimi decenni, ha portato a una crisi ambientale ed economica senza precedenti, con gravi ripercussioni sulla salute mentale delle persone. Studi come quello pubblicato su PNAS sono preziosi per descrivere questo scenario, ma devono essere interpretati con attenzione, evitando che vengano utilizzati per giustificare lo status quo o la cultura della performance dominante in ogni ambito della vita contemporanea.

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