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Opzione donna, nuove regole per la pensione anticipata: cosa cambia

Le misure di uscita anticipata dal lavoro, come Quota 103, l’Ape Sociale e l’Opzione Donna, non costituiscono parte strutturale del sistema pensionisticoPensione anticipata 2026: conferme e regole per Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna (www.linkedincaffe.it)

Con l’avvicinarsi della legge di Bilancio per il 2026, si conferma la prosecuzione di importanti strumenti per la pensione anticipata.

Le misure di uscita anticipata dal lavoro, come Quota 103, l’Ape Sociale e l’Opzione Donna, non costituiscono parte strutturale del sistema pensionistico, ma strumenti temporanei rinnovati di anno in anno.

Dopo l’approvazione del Documento programmatico di finanza pubblica, le ultime indiscrezioni dal Ministero del Lavoro indicano che non sono previsti cambiamenti sostanziali per il 2026: tutti e tre i canali saranno confermati, senza rivoluzioni rispetto agli anni precedenti.

Quota 103: la principale formula di uscita anticipata

Per accedervi, è necessario aver compiuto almeno 62 anni di età e vantare 41 anni di contribuzione versata entro il 31 dicembre 2026. L’importo pensionistico viene calcolato con il metodo contributivo puro, e l’uscita è soggetta a una “finestra mobile” di attesa di sette mesi per i lavoratori privati e nove mesi per i dipendenti pubblici, periodo durante il quale si deve attendere prima dell’effettivo pensionamento.

L’Opzione Donna si conferma anch’essa come canale selettivo e dedicato a determinate categorie di lavoratrici. Per il 2026, le donne che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2026 potranno usufruire di questa misura, che richiede almeno 35 anni di contributi effettivi (escludendo periodi di malattia, infortunio e disoccupazione) e un’età minima di 61 anni al momento della domanda. Le lavoratrici madri possono beneficiare di una riduzione di un anno per figlio, fino a un massimo di due, potendo così accedere a pensionamenti anticipati a 60 o 59 anni. Anche in questo caso sono previste finestre di attesa, pari a 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome, e il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo.

L’Ape Sociale, misura di sostegno temporaneo finanziata dallo Stato e gestita dall’INPS, continua a rivolgersi alle categorie più fragili: disoccupati di lungo corso privi di indennità, caregiver che assistono familiari con disabilità grave, invalidi civili con almeno il 74% di riduzione della capacità lavorativa e lavoratori impegnati in attività gravose. Per accedere all’Ape Sociale nel 2026, i requisiti includono un’età minima di 63 anni e 5 mesi e un’anzianità contributiva generalmente di 30 anni, aumentata a 36 anni per chi ha svolto mansioni usuranti. Le donne possono usufruire di una riduzione dei contributi grazie alla presenza di figli, fino a due anni in meno. L’indennità è erogata fino al raggiungimento dell’età di pensione di vecchiaia o alla maturazione di un trattamento pensionistico diretto.

Le misure di uscita anticipata dal lavoro, come Quota 103, l’Ape Sociale e l’Opzione Donna, non costituiscono parte strutturale del sistema pensionistico

Aggiornamenti sulle altre forme di pensionamento anticipato e flessibile – linkedincaffe.it

Oltre a queste misure, per il 2026 rimangono in vigore le regole per la pensione anticipata ordinaria, che prevede per le donne il requisito di 41 anni e 10 mesi di contributi e per gli uomini di 42 anni e 10 mesi. La legge di Bilancio 2025 ha introdotto novità importanti per la pensione anticipata contributiva, consentendo a chi ha versamenti contributivi solo successivi al 1996 di sommare la rendita maturata nei fondi pensione con quella Inps, al fine di raggiungere la soglia minima necessaria per la liquidazione della pensione anticipata. Tale soglia è stata fissata a tre volte l’assegno sociale (pari a 538,68 euro mensili per il 2025) e salirà progressivamente nei prossimi anni. Per accedervi, è necessario aver maturato almeno 25 anni di contributi, anziché i tradizionali 20 anni.

Un ulteriore strumento di flessibilità, previsto dalla legge di Bilancio 2024 e 2025, è la pensione anticipata flessibile, riservata a lavoratori dipendenti e autonomi che, nel 2024 o 2025, maturano almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi. Anche in questo caso, si applica una finestra di attesa di sette mesi (nove per i dipendenti pubblici) prima dell’erogazione della pensione. Il trattamento è calcolato con il sistema contributivo e l’importo non può superare quattro volte il trattamento minimo Inps fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni fino al 2026.

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