Il governo stringe le maglie sulle indennità di disoccupazione: chi rifiuta un’offerta di lavoro rischia di perdere ogni sostegno.
Un cambio di passo deciso, che segna una svolta nelle politiche del lavoro italiane. Con la bozza del decreto “Misure urgenti per la tutela della salute e sicurezza e le politiche sociali”, il governo introduce un meccanismo più rigido per l’erogazione delle principali indennità di disoccupazione, Naspi, Dis-Coll e Iscro. L’obiettivo dichiarato è duplice: promuovere un ritorno più rapido al lavoro e rendere più efficiente il sistema dei sussidi, premiando chi dimostra reale disponibilità all’impiego.
Dietro la riforma c’è un protagonista nuovo, o meglio, rinnovato: il Siisl, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa del Ministero del Lavoro. Fino a oggi, la piattaforma aveva una funzione di raccordo tra domanda e offerta. Con il nuovo decreto, invece, diventerà anche uno strumento di controllo e monitoraggio, in grado di verificare la partecipazione attiva dei percettori e segnalare comportamenti poco collaborativi.
Una misura che, secondo i promotori, punta a evitare abusi e a rafforzare il principio di reciprocità tra Stato e cittadino. Chi riceve un sostegno economico deve impegnarsi concretamente per tornare nel mercato del lavoro.
Come funziona il nuovo sistema di controlli
Il funzionamento è piuttosto lineare, ma non privo di conseguenze. Ogni percettore di Naspi, Dis-Coll o Iscro sarà automaticamente iscritto al Siisl dall’INPS al momento della concessione dell’indennità. Entro 15 giorni, l’interessato dovrà completare il proprio profilo online e firmare digitalmente il ”patto di attivazione”, che include la compilazione del curriculum vitae.
Chi non rispetta questa prima scadenza vedrà decurtata di un quarto la prima mensilità. Se dopo altri 30 giorni non avrà ancora adempiuto, scatterà la decadenza automatica dal beneficio. Una soglia di tolleranza minima, pensata per responsabilizzare il disoccupato fin dalle prime fasi del percorso.
Ma il punto più discusso riguarda la gestione delle offerte di lavoro. Il Siisl, infatti, segnalerà al Centro per l’impiego le posizioni compatibili con il profilo dell’utente. Sarà possibile rifiutare al massimo due proposte, purché si tratti di lavori coerenti con il titolo di studio e con una retribuzione non inferiore del 10% rispetto all’ultimo stipendio percepito. Il rifiuto della terza offerta comporterà la perdita immediata dell’indennità.
Le offerte considerate ”accettabili” potranno avere sede nello stesso comune del percettore o entro un raggio di 20 chilometri, una distanza ritenuta ragionevole per favorire la mobilità senza gravare eccessivamente sui costi personali.

Come funziona il nuovo sistema di controlli – linkedincaffe.it
Il decreto non riguarda solo i beneficiari dei sussidi, ma anche i datori di lavoro. Dal 1 gennaio 2026, chi vorrà accedere a incentivi o sgravi contributivi dovrà pubblicare le proprie offerte direttamente sul Siisl, rendendo il mercato più trasparente e tracciabile.
Questa integrazione tra pubblico e privato potrebbe rendere più efficiente il matching tra candidati e aziende, riducendo tempi e distorsioni. Tuttavia, resta da capire quanto il sistema sarà in grado di funzionare concretamente in territori dove le opportunità lavorative sono ancora scarse o poco diversificate.
La stretta su Naspi, Dis-Coll e Iscro rappresenta un cambio culturale prima ancora che normativo. Lo Stato chiede impegno e partecipazione, promettendo in cambio un sistema più meritocratico. Ma la sfida sarà mantenere l’equilibrio tra rigore e tutela. Sostenere chi cerca davvero lavoro, senza penalizzare chi si trova in territori o settori dove le offerte scarseggiano.
Un equilibrio difficile, ma necessario, se l’obiettivo è trasformare il sussidio in un trampolino, e non in un traguardo, per il ritorno al lavoro.

Naspi, Dis-Coll e Iscro: queste persone non la riceveranno più dopo il nuovo dl - linkedincaffe.it











