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Testamento con errori e frasi bizzarre, salta tutto? La risposta è sconcertante

Secondo l’ordinamento italiano, in particolare l’articolo 591 del Codice Civile, la capacità di fare testamento è presuntaL'incapacità di fare testamento: un concetto chiave (www.linkedincaffe.it)

La scoperta di un testamento olografo con errori evidenti, disposizioni illogiche o una grafia incerta può suscitare dubbi fondamentali.

Secondo l’ordinamento italiano, in particolare l’articolo 591 del Codice Civile, la capacità di fare testamento è presunta, ma può essere messa in discussione se si dimostra che il testatore era incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha espresso le sue ultime volontà. Il percorso giuridico per ottenere l’annullamento di un testamento per tali motivi è complesso e richiede un approccio rigoroso, che parte dall’analisi stessa del documento e si amplia con prove mediche e testimonianze.

La capacità di testare è un presupposto essenziale per la validità di ogni disposizione testamentaria. La legge italiana stabilisce che sono incapaci di testare i minorenni, gli interdetti per infermità di mente e chiunque, anche temporaneamente, si trovi in uno stato di incapacità naturale. Quest’ultima è definita come una condizione di grave alterazione delle facoltà mentali che impedisce di comprendere appieno il significato e le conseguenze degli atti compiuti. Non si tratta quindi di un’infermità permanente, ma di una situazione contingente che deve essere accertata con precisione al momento della stesura del testamento.

Le cause di questa incapacità possono essere molteplici: malattie degenerative come l’Alzheimer o altre forme di demenza senile, l’effetto di farmaci psicotropi, traumi psicologici o eventi che abbiano temporaneamente compromesso la lucidità mentale del testatore.

Chi deve dimostrare l’incapacità del testatore?

Nel diritto successorio italiano, l’onere della prova spetta a chi contesta il testamento. Non è quindi il beneficiario a dover dimostrare la capacità del defunto, bensì l’erede che si ritiene danneggiato a dover fornire elementi probatori solidi e convincenti. La giurisprudenza vigente è molto severa: non basta sollevare dubbi o sottolineare stranezze generiche nel comportamento del testatore.

La prova deve essere specifica e puntuale, dimostrando che proprio nel giorno in cui il testamento è stato redatto il testatore non era in grado di autodeterminarsi liberamente. Un semplice decadimento cognitivo generale o una fragilità non sono sufficienti se non si riesce a collocarli esattamente nel momento della redazione dell’atto.

Secondo l’ordinamento italiano, in particolare l’articolo 591 del Codice Civile, la capacità di fare testamento è presunta

Il testamento come indizio della capacità mentale (www.linkedincaffe.it)

Paradossalmente, il contenuto stesso del testamento olografo può rappresentare una fonte cruciale di indizi per valutare la capacità del testatore. La Corte d’Appello di Milano, con la sentenza del 17 ottobre 2024 n. 2731, ha ribadito che il giudice deve esaminare attentamente la coerenza, la logica e la serietà delle disposizioni testamentarie per orientarsi sulla lucidità mentale del soggetto.

Disposizioni illogiche, contraddittorie o prive di senso compiuto possono suggerire una mente confusa o turbata. Per esempio, un testamento che esclude ingiustificatamente i figli a favore di una persona appena conosciuta può essere considerato anomalo rispetto ai legami affettivi noti del testatore. Tali elementi spingono il giudice a indagare se quelle volontà siano realmente il frutto di un pensiero lucido e consapevole.

L’importanza degli errori formali e grafici

Anche gli aspetti formali del testamento hanno un peso rilevante nel giudizio sull’incapacità del testatore. L’articolo 602 del Codice Civile prevede che il testamento olografo debba essere scritto, datato e firmato di pugno dal testatore. Errori grammaticali gravi, sintassi zoppicante o una grafia tremolante e incerta possono essere segnali di uno stato di confusione o di un decadimento cognitivo.

Tali anomalie sono particolarmente significative se il testatore era noto per un livello culturale elevato, per il quale quegli errori sarebbero stati inconsueti. La scrittura discontinua o deformata, soprattutto se confrontata con altri scritti coevi, può indicare difficoltà fisiche e mentali che hanno influenzato la capacità di redigere un testamento valido.

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