La validità delle cartelle esattoriali notificata anche in presenza di errori nell’indirizzo di consegna è stata recentemente ribadita.
Con l’ordinanza n. 18274/2025, la Suprema Corte ha confermato che una cartella esattoriale mantiene pieno valore legale anche se recapitata a un indirizzo errato, purché l’atto giunga comunque a destinatari legittimati e ne sia documentata la ricezione.
Questa pronuncia si inserisce in un filone giurisprudenziale consolidato, che tutela l’efficacia delle notifiche fiscali anche di fronte a imprecisioni formali, garantendo così la continuità e l’efficacia del procedimento di riscossione tributaria.
La sentenza della Corte di Cassazione sulla notifica a indirizzo errato
La vicenda che ha dato origine alla sentenza n. 18274/2025 riguarda una società a responsabilità limitata che ha impugnato la validità di una cartella esattoriale notificata da Agenzia delle Entrate – Riscossione (ex Equitalia Sud Spa) presso un indirizzo diverso da quello della sede legale ufficiale. L’atto contestato riguardava una comunicazione preventiva per l’iscrizione di un’ipoteca su alcuni immobili, a seguito di tributi locali non versati.
La società ha sostenuto che la notifica fosse nulla perché recapitata a un numero civico errato e ricevuta da una persona non incaricata formalmente a ritirare documenti per conto dell’azienda. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale ha rigettato il ricorso, ritenendo valida la notifica in quanto effettuata a una persona delegata e corredata da regolare attestazione dell’avviso di ricevimento.
In Cassazione, il ricorso è stato respinto con il richiamo a un principio ormai consolidato: la prova del perfezionamento della notifica e della sua data è fornita dalla relata di notificazione e/o dall’avviso di ricevimento contenente il numero identificativo della cartella, senza necessità che l’agente della riscossione produca la copia integrale della cartella stessa.

Il principio di conoscenza legale e l’efficacia probatoria della notifica (www.linkedincaffe.it)
La Corte ha richiamato il principio di conoscenza legale previsto dall’ex articolo 1335 del Codice Civile, che attribuisce efficacia probatoria all’avviso di ricevimento, equiparandolo a un atto pubblico in assenza di querela di falso. Ne consegue che:
- Non è obbligatorio presentare in giudizio gli originali delle cartelle esattoriali se il destinatario non ne contesta la conformità;
- La notifica è valida anche se effettuata a un indirizzo errato, a condizione che l’atto sia ricevuto da una persona delegata presso la sede legale;
- L’avviso di ricevimento costituisce prova idonea del perfezionamento della notifica e del suo contenuto.
Questa impostazione è stata confermata da una precedente ordinanza (n. 21444/2024), secondo cui anche una raccomandata consegnata a un vecchio indirizzo o a una via errata non perde validità se raggiunge comunque il destinatario effettivo, mettendolo nelle condizioni di esercitare il diritto di difesa.
Quando la notifica a un indirizzo sbagliato può essere nulla
La giurisprudenza della Corte di Cassazione è chiara nell’escludere la nullità della notifica quando il destinatario ha effettivamente preso conoscenza dell’atto, anche se recapitato in un luogo diverso. La presa visione si intende come l’entrata in possesso materiale e la capacità di leggere il contenuto dell’atto notificato.
La nullità può invece essere riconosciuta solo in presenza di prove certe che il destinatario non abbia mai avuto conoscenza dell’atto, indipendentemente dall’indirizzo di recapito.

Ordinanza Corte Suprema(www.linkedincaffe.it)









