Diritti

Pensione anticipata respinta dall’INPS, puoi ribaltare tutto sfruttando queste sentenze

Pensioni, cosa puoi fare se hai 35 anni di contributi?Come la Cassazione sta rivoluzionando le pensioni anticipate - linkedincaffe.it

Il sistema previdenziale italiano, continua a suscitare interpretazioni contrastanti, soprattutto quando si tratta di pensioni anticipate.

Nonostante le indicazioni formali dell’INPS, nuove sentenze della Corte Suprema di Cassazione stanno aprendo possibilità inaspettate per chi desidera accedere alla pensione anticipata, anche in presenza di un iniziale diniego da parte dell’ente previdenziale.

Il quadro normativo italiano impone generalmente che un contribuente debba rispettare requisiti precisi, come età minima e anni di contributi, per accedere alla pensione. Tuttavia, per alcune misure specifiche come l’Ape Sociale, la quota 41 per i lavoratori precoci e Opzione Donna (in via di probabile cessazione nel 2026), le regole sono più complesse e spesso soggette a interpretazioni divergenti tra INPS e giudici.

È proprio qui che entrano in gioco le sentenze della Cassazione, che spesso sovvertono le linee interpretative più restrittive adottate dall’INPS. Un caso emblematico è rappresentato dalle pronunce relative all’Ape Sociale per disoccupati. Secondo l’interpretazione tradizionale dell’INPS, per accedere a questo incentivo pensionistico a 63 anni e 5 mesi con almeno 30 anni di contributi, è necessario aver fruito per intero dell’indennità di disoccupazione (Naspi). La Cassazione, con le sentenze n. 24950 del 2024 e n. 7846 del 2025, ha chiarito che questo vincolo vale esclusivamente per chi riceve effettivamente la Naspi, mentre chi, pur avendone diritto, non ne fa domanda può chiedere immediatamente l’Ape Sociale, purché sia in stato di disoccupazione.

Questa distinzione è fondamentale, poiché amplia la platea dei potenziali beneficiari, consentendo a molti lavoratori di anticipare la pensione nonostante un rifiuto iniziale da parte dell’INPS.

Il riconoscimento dei contributi figurativi nelle pensioni anticipate ordinarie

Un’altra innovazione giurisprudenziale riguarda le pensioni anticipate ordinarie (ex pensioni di anzianità), per le quali non esiste un limite minimo di età ma solo un requisito contributivo. La legge prescrive 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, con almeno 35 anni di contributi effettivi da lavoro. Tradizionalmente, i contributi figurativi – come quelli riconosciuti durante periodi di malattia, infortunio o disoccupazione – non venivano computati nei 35 anni di contributi effettivi, secondo una rigida interpretazione dell’articolo 24, comma 10, della legge 214/2011.

La recente sentenza n. 27910 del 2025 della Cassazione ha ribaltato questa interpretazione, riconoscendo pienamente la validità di tutti i contributi figurativi per il raggiungimento del requisito contributivo previsto. Ciò significa che anche i periodi di inattività coperti da tali contributi sono ora considerati validi per l’accesso alla pensione anticipata, aprendo così nuove opportunità per molti lavoratori che avevano accumulato tali periodi di contribuzione “figurativa”.

A partire dal 2027, infatti, l’aumento di tre mesi previsto per l’accesso alla pensione sarà parzialmente bloccato, ma con eccezioni significative

Ape Sociale 2025: requisiti e modalità di accesso(www.linkedincaffe.it)

L’Ape Sociale rappresenta una misura sperimentale prorogata fino al 31 dicembre 2025, destinata a categorie di lavoratori particolarmente svantaggiate. Nel 2025, per accedere a questa indennità, è necessario:

  • avere almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • possedere almeno 30 anni di contributi (con almeno 36 anni per i lavoratori impegnati in attività gravose e riduzioni specifiche per alcune categorie come operai edili e ceramisti);
  • non essere titolari di alcuna pensione diretta;
  • cessare l’attività lavorativa al momento della domanda.

L’indennità mensile corrisposta dall’INPS può arrivare fino a un massimo di 1.500 euro e viene erogata fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni nel 2025) o al conseguimento di un trattamento pensionistico anticipato. La misura è rivolta a lavoratori che si trovano in condizioni di disoccupazione, assistono familiari con handicap grave, hanno una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, oppure svolgono da anni lavori gravosi. Per le donne, la soglia contributiva è ridotta di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.

Dal 1° gennaio 2024, l’Ape Sociale non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di attività occasionali entro 5.000 euro lordi annui. La domanda va presentata entro il 30 novembre 2025 per potersi avvalere del beneficio nel corso di quest’anno.

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