La Corte di Cassazione ha emesso una decisione di grande rilievo riguardo alla validità della notifica delle cartelle di pagamento.
La pronuncia trae origine dal ricorso presentato da una cooperativa che aveva contestato la regolarità di diverse cartelle di pagamento notificate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La società aveva infatti rilevato irregolarità nella notifica di alcuni atti, consegnati al portiere senza che fosse poi trasmessa la raccomandata informativa prevista dalla normativa.
Dopo un primo accoglimento parziale da parte della Commissione tributaria provinciale, la società aveva fatto appello. Tuttavia, la Commissione tributaria regionale aveva respinto l’istanza, ritenendo valida la notifica almeno per una delle cartelle consegnate tramite raccomandata con avviso di ricevimento e ritenendo inutile l’invio della raccomandata informativa per quelle consegnate al portiere. La questione è stata quindi sottoposta alla valutazione della Suprema Corte.
Precisione procedurale e tutela del contribuente: l’interpretazione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della cooperativa, sottolineando che la notifica delle cartelle di pagamento deve seguire rigorosamente le disposizioni contenute nell’articolo 139 del codice di procedura civile. Tale norma stabilisce una vera e propria gerarchia per la consegna dell’atto in assenza del destinatario: prima ai familiari conviventi, poi ad altre persone presenti nell’abitazione o nell’ufficio, e solo infine – come extrema ratio – al portiere dello stabile.
La Corte ha precisato che, qualora l’atto venga consegnato al portiere, è obbligatorio che nella relata di notifica sia indicato il motivo per cui non è stato possibile recapitare l’atto a una delle persone prioritarie secondo la scala legale. In mancanza di tale motivazione o dell’invio della raccomandata informativa, la notifica deve considerarsi nulla.
La raccomandata informativa svolge un ruolo cruciale: essa è lo strumento che garantisce al contribuente di venire effettivamente a conoscenza della notifica, anche quando l’atto è stato affidato a una persona terza con un legame con il destinatario, come appunto il portiere. La legge presume che tale passaggio successivo sia indispensabile per assicurare la reale conoscibilità dell’atto, elemento imprescindibile per l’esercizio del diritto di difesa del contribuente.
È importante notare che la raccomandata informativa non deve essere inviata con avviso di ricevimento, ma la sua spedizione è comunque essenziale perché la notifica possa considerarsi valida. La Corte ha inoltre richiamato precedenti decisioni, tra cui le sentenze nn. 24682/2022 e 2377/2022, che hanno ribadito lo stesso principio.

Conseguenze pratiche e implicazioni per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione(www.linkedincaffe.it)
La decisione della Cassazione ha un impatto significativo sulla prassi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione: tutte le cartelle di pagamento notificate al portiere senza l’invio della raccomandata informativa dovranno essere considerate nulle. Ciò obbliga l’Agenzia a un’attenta applicazione delle norme di notifica, poiché anche un piccolo errore formale può compromettere l’intero procedimento di riscossione.
Per i contribuenti, la sentenza rappresenta una tutela concreta contro le notifiche irregolari, spesso causa di controversie e incertezze. La corretta notifica, infatti, è condizione essenziale perché decorra il termine per l’impugnazione e per la validità stessa dell’atto fiscale.
La prova della notifica: il ruolo delle Sezioni Unite
In un contesto collegato, la Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 10012 del 15 aprile 2021, ha affrontato la questione della prova della notifica quando il destinatario è temporaneamente assente. Le Sezioni Unite hanno stabilito che, per dimostrare il regolare perfezionamento della notifica, non basta l’avviso di spedizione della raccomandata informativa, ma è indispensabile produrre in giudizio la ricevuta di ritorno della stessa, con la firma che attesti l’effettivo ritiro da parte del destinatario.
Questa decisione si inserisce nell’ambito della normativa prevista dall’articolo 8, comma 4 della Legge n. 890/1982, che disciplina le notifiche in caso di assenza del destinatario e prevede l’affissione dell’avviso di deposito e l’invio della raccomandata informativa con l’indicazione del luogo dove ritirare l’atto. La Corte ha chiarito che l’Agenzia delle Entrate deve dimostrare la consegna effettiva, non solo la spedizione della raccomandata.
La distinzione è rilevante soprattutto quando la notifica non avviene attraverso la consegna diretta, ma mediante deposito postale, rendendo necessaria una prova più stringente per tutelare i diritti del contribuente.

La notifica delle cartelle di pagamento: una vicenda esemplare(www.linkedincaffe.it) 








