Diritti

Parente malato, quando scatta l’obbligo legale di prendersene cura: la legge è chiarissima

Un uomo con gravi problemi psichici è stato trovato in condizioni disumane in una casa inagibile e priva delle utenze essenziali.L’abbandono del parente fragile: i fatti e la difesa (www.linkedincaffe.it)

Una vicenda drammatica porta alla luce un principio giuridico riguardante l’obbligo legale di prendersi cura di un parente fragile.

Un uomo con gravi problemi psichici è stato trovato in condizioni disumane in una casa inagibile e priva delle utenze essenziali. La sua situazione ha scatenato un procedimento giudiziario che si è concluso con una sentenza della Corte Suprema di Cassazione che ha confermato la condanna per abbandono da parte delle due sorelle che si erano inizialmente fatte carico di lui.

Le forze dell’ordine, intervenute in un’abitazione degradata, hanno trovato un uomo in stato confusionale, solo, senza cibo né denaro, in una casa priva di luce e gas, con condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie. L’uomo, affetto da gravi disturbi psichiatrici, non era più in grado di prendersi cura di sé stesso. A sorprendere è stato scoprire che chi avrebbe dovuto occuparsi di lui erano proprio le sue due sorelle.

Durante il processo, le donne, assistite da un legale, hanno tentato di difendersi sostenendo di aver esercitato ogni possibile cura e assistenza. Hanno riferito di aver effettuato diverse segnalazioni al Centro psico-sociale e di aver accompagnato più volte il fratello presso strutture specialistiche. Secondo la loro linea difensiva, una volta contattati i servizi sociali, la responsabilità sarebbe passata a questi ultimi, ovvero a soggetti qualificati e specializzati, e non più a loro. Le sorelle hanno dunque imputato ai ritardi burocratici e alla mancata nomina di un amministratore di sostegno la mancata tutela efficace del fratello.

La sentenza della Corte di Cassazione: la responsabilità non si scarica

La Corte Suprema di Cassazione, con la sentenza n. 26473 del 18 luglio 2025, ha respinto questa impostazione, chiarendo con fermezza il concetto di “abbandono di persona incapace”. Non si tratta semplicemente di allontanarsi, ma anche di qualunque comportamento omissivo che violi un dovere di cura, mettendo in pericolo la persona assistita, anche solo in termini potenziali.

La Cassazione ha ribadito che chi si assume spontaneamente la cura di un parente fragile acquisisce una “posizione di garanzia” che non può essere delegata o abbandonata unilateralmente. Questo dovere non deriva esclusivamente da obblighi di legge, come nel caso dei genitori, ma anche da una “spontanea assunzione” o da una situazione di fatto, come quella delle sorelle che avevano preso in carico il fratello. Pertanto, l’impegno assunto rende chi si prende cura un vero e proprio garante della sicurezza e del benessere del soggetto fragile.

Un aspetto particolarmente rilevante della sentenza è che anche l’omissione del tempestivo intervento di persone idonee a evitare il pericolo integra il reato di abbandono. Le semplici segnalazioni fatte in passato non sono state ritenute sufficienti, poiché la realtà dei fatti dimostrava che l’uomo era stato lasciato in condizioni disperate, senza alcuna tutela concreta, in una casa inagibile e senza risorse essenziali.

La sentenza, emessa dalla Corte Suprema di Cassazione, il massimo organo giudiziario italiano, sottolinea il ruolo fondamentale di questa istituzione

Il ruolo chiave della Corte Suprema di Cassazione nella tutela dei diritti (www.linkedincaffe.it)

La sentenza, emessa dalla Corte Suprema di Cassazione, il massimo organo giudiziario italiano, sottolinea il ruolo fondamentale di questa istituzione nell’assicurare l’uniforme interpretazione delle norme giuridiche e la tutela dei diritti più vulnerabili. La Cassazione, con sede al Palazzo di Giustizia in Piazza Cavour a Roma, rappresenta il giudice di legittimità per tutto il territorio nazionale. La sua funzione nomofilattica garantisce che la legge venga applicata in modo coerente e uniforme, stabilendo principi di diritto che orientano l’intera magistratura ordinaria.

Dal 2023 la Corte è guidata dal Primo Presidente Pasquale D’Ascola, il cui mandato è iniziato a settembre 2025, in un periodo storico caratterizzato da una crescente attenzione alle problematiche sociali e familiari, come evidenziato dal caso in esame. La Corte si compone di sette sezioni penali e cinque civili, con la sua attività che spazia dal riesame delle sentenze a questioni di diritto molto delicate, come quella dell’abbandono di persone incapaci.

La sentenza del luglio 2025 si inserisce in un filone giurisprudenziale che mira a rafforzare la responsabilità individuale e collettiva nel prendersi cura di persone vulnerabili, anche di fronte a inefficienze burocratiche o difficoltà di natura tecnica. La posizione di garanzia acquisita con la cura spontanea non può essere abbandonata, pena la configurazione del reato.

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