Diritti

Una nuova tassa auto si pagherà in base ai km percorsi: automobilisti sul piede di guerra

Dopo che paesi come la Norvegia hanno iniziato a ridurre le agevolazioni per le auto a batteria per evitare un deficit fiscale,Una tassa per riequilibrare il sistema fiscale automobilistico(www.linkedincaffe.it)

Una svolta significativa nella tassazione dei veicoli elettrici, con l’obiettivo di colmare il vuoto fiscale delle accise sui carburanti.

Dopo che paesi come la Norvegia hanno iniziato a ridurre le agevolazioni per le auto a batteria per evitare un deficit fiscale, anche il governo britannico sta valutando l’introduzione di una tassa basata sui chilometri percorsi da questi veicoli.

La misura, che potrebbe essere annunciata ufficialmente entro fine novembre, rappresenta un tentativo di riequilibrare il sistema fiscale e garantire risorse per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture stradali.

Attualmente, la tassazione sulle automobili in Gran Bretagna si basa principalmente sulle accise applicate alla benzina e al gasolio, imposte che non si applicano ai veicoli elettrici. Secondo un portavoce del governo, è necessario un sistema fiscale più equo che coinvolga tutti gli automobilisti, indipendentemente dal tipo di alimentazione del loro veicolo. Il principio alla base della possibile tassa è dunque quello di eliminare la disparità tra auto tradizionali e auto a batteria, garantendo che tutti contribuiscano al finanziamento delle strade e delle infrastrutture pubbliche.

L’altro aspetto cruciale riguarda la sostenibilità finanziaria dello Stato. Come evidenziato dal Cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves, il governo deve far fronte a un deficit stimato intorno ai 30 miliardi di sterline, in un contesto di rallentamento economico e pressione fiscale già elevata. In questo scenario, la nuova tassa sulle percorrenze delle auto elettriche potrebbe rappresentare una fonte aggiuntiva di entrate per le casse pubbliche.

Dettagli e impatto della tassa “pay-per-mile”

Il sistema ipotizzato consiste in una tassa commisurata ai chilometri effettivamente percorsi dai veicoli elettrici, una scelta che deriva dalle difficoltà di applicare un’imposta diretta sulla ricarica domestica. Per le colonnine pubbliche sarebbe più semplice, ma il governo vuole evitare che chi ricarica in casa possa eludere il pagamento.

Secondo quanto riportato dal Daily Telegraph, l’introduzione della tassa potrebbe avvenire nel 2028, con una tariffa di circa 3 pence per ogni miglio percorso, corrispondenti a circa 3,4 centesimi di euro ogni 1,6 chilometri. In media, questo significherebbe un costo annuale per automobilista elettrico pari a circa 250 sterline (oltre 283 euro). Sebbene la cifra possa sembrare significativa, i proventi attesi – stimati intorno a 1,8 miliardi di sterline annue entro i primi anni del prossimo decennio – restano comunque limitati rispetto agli incassi generati dalle accise sui carburanti, che per il 2025-2026 sono stimati dall’Office for Budget Responsibility a 24,4 miliardi di sterline.

Dopo che paesi come la Norvegia hanno iniziato a ridurre le agevolazioni per le auto a batteria per evitare un deficit fiscale,

Reazioni del settore automotive e prospettive future(www.linkedincaffe.it)

La proposta ha già incontrato forti resistenze da parte del comparto automobilistico britannico. L’associazione Smmt, che rappresenta costruttori e concessionari, ha definito il progetto “una misura sbagliata al momento sbagliato”. L’industria sottolinea come le auto elettriche debbano ancora ricevere incentivi per facilitare il rispetto degli obblighi ambientali legati al mandato Zev (Zero Emission Vehicle), e che una tassa aggiuntiva potrebbe rallentare la transizione verso veicoli a basse emissioni.

Negli ultimi mesi, il governo ha proprio varato nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche e ha concesso alcune deroghe ai requisiti Zev, in particolare per i modelli ibridi, nel tentativo di sostenere la diffusione dei veicoli a batteria. Secondo gli addetti ai lavori, introdurre una tassa “pay-per-mile” rischia di penalizzare proprio quei veicoli che l’industria fatica ancora a vendere e che il governo stesso vuole promuovere.

L’associazione Smmt ha inoltre sottolineato la necessità di un “ripensamento radicale” del sistema fiscale automobilistico britannico, che dovrebbe nascere da un confronto costruttivo tra governo, industria e altri stakeholder. Solo così si potrà realizzare un modello più equo, sostenibile e compatibile con la transizione energetica in corso.

In attesa della presentazione ufficiale della nuova manovra fiscale prevista per il 26 novembre, l’attenzione resta alta su come Londra intenderà bilanciare la necessità di risorse pubbliche con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile. La tassa sui chilometri percorsi dalle auto elettriche rappresenta un tentativo inedito in Europa e potrebbe aprire la strada a un nuovo modello di tassazione che, nei prossimi anni, coinvolgerà anche altri Paesi impegnati nella decarbonizzazione del settore trasporti.

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