Scopri come funzionano i corsi di recupero punti, quali sono i costi, le tempistiche e le strategie migliori per evitare la revisione della patente e restare alla guida.
La gestione del saldo punti della patente rappresenta un aspetto cruciale per ogni automobilista italiano. La perdita di punti, frutto di infrazioni al Codice della Strada, può rapidamente mettere a rischio il diritto di guida se non si interviene tempestivamente per recuperarli. Di seguito, un approfondimento sulle modalità di recupero, i costi, i tempi e le strategie da adottare per evitare la revisione della patente.
Recuperare i punti persi: come funziona e quanto costa
Dal 2003, il sistema di decurtazione punti sulla patente è parte integrante del meccanismo sanzionatorio per violazioni al Codice della Strada. Ogni conducente inizia con un punteggio di 20 punti, che può aumentare fino a un massimo di 30 grazie a un sistema premiale per buona condotta.
Per recuperare i punti persi, è necessario frequentare un corso autorizzato presso autoscuole o centri riconosciuti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il corso ha durata variabile in base alla categoria di patente: per le categorie A e B si tratta di un corso di 12 ore, mentre per le patenti professionali (inclusa la Carta di Qualificazione del Conducente, CQC) si arriva fino a 20 ore.
Il recupero prevede l’assegnazione di 6 punti per i titolari di patente standard, e fino a 9 punti per i conducenti con patenti professionali (C, D, C+E, D+E). Per chi possiede la CQC, invece, è possibile recuperare fino a 20 punti con un corso specifico. Il costo di tali corsi varia tra 180 e 200 euro per le patenti A e B, mentre per le patenti professionali può oscillare tra 250 e 350 euro.
Per accedere al corso, è indispensabile che il punteggio residuo non sia mai sceso a zero. Nel caso contrario, l’unica alternativa è la revisione della patente, un iter complesso che prevede il superamento di nuovi esami teorici e pratici.

Punti patente: recuperali così – Linkedincaffe.it
Uno degli interrogativi più frequenti riguarda la necessità di attendere una comunicazione ufficiale prima di iscriversi al corso di recupero punti. Nel passato, il diritto a frequentare il corso era subordinato alla ricezione della lettera di decurtazione da parte del Dipartimento dei trasporti terrestri.
Tuttavia, la giurisprudenza più recente del Consiglio di Stato ha stabilito che il momento rilevante è la definitiva accertazione della violazione, non la comunicazione formale. L’automobilista è infatti già informato della perdita punti dal verbale di contestazione, che ne indica l’entità. La mancata ricezione della lettera non può più essere utilizzata come giustificazione per non iscriversi al corso.
Per ovviare a questa rigidità, è ammesso dimostrare la conoscenza della decurtazione tramite strumenti alternativi, come la verifica del saldo punti sul Portale dell’Automobilista o tramite l’applicazione iPatente, consentendo così l’iscrizione al corso senza attendere la comunicazione scritta.
Il sistema prevede anche un bonus per buona condotta: chi mantiene un comportamento impeccabile per due anni consecutivi senza ulteriori infrazioni che comportano decurtazioni, vede il proprio punteggio tornare a 20 punti. Chi parte da punteggio pieno può accumulare fino a 30 punti, ricevendo un bonus di 2 punti ogni biennio senza infrazioni.
Tuttavia, affidarsi esclusivamente a questo meccanismo è rischioso. La strategia più efficace per evitare la revisione della patente è agire in anticipo, frequentando il corso non appena il saldo scende sotto una soglia di sicurezza, ad esempio 10-12 punti.
La revisione della patente per azzeramento del punteggio è un procedimento automatico e obbligatorio non soggetto a discrezionalità. È quindi fondamentale monitorare costantemente il saldo punti, evitando di arrivare all’ultimo momento.

Hai finito i punti sulla patente?- Linkedincaffe.it










