Il Superbonus al 110% è stato prorogato dalla Legge di Bilancio 2026, ma la misura resta riservata a condizioni molto specifiche.
Dopo le modifiche introdotte dal recente Decreto Omnibus (Legge 118/2025), la proroga interessa soprattutto gli interventi su immobili danneggiati da eventi sismici, con modalità di fruizione che privilegiano la cessione del credito e lo sconto in fattura, escludendo la detrazione diretta in dichiarazione per alcune categorie di lavori.
Analizziamo nel dettaglio chi potrà ancora usufruire del Superbonus nel prossimo anno e quali sono le novità più rilevanti.
La Legge di Bilancio 2026 conferma la possibilità di usufruire del Superbonus al 110% per gli interventi effettuati sugli immobili danneggiati da terremoti, con una particolare attenzione ai territori del Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Questi territori sono quelli interessati dagli eventi sismici delle date del 24 agosto 2016, 26 e 30 ottobre 2016, 18 gennaio 2017 e, con le ultime modifiche, anche dal sisma del 6 aprile 2009.
Il beneficio fiscale sarà applicabile solo agli interventi per i quali le istanze o le dichiarazioni sono state presentate entro il 30 marzo 2024. Inoltre, la detrazione al 110% è recuperabile in dieci anni con quote di uguale importo in dichiarazione dei redditi, ma solo tramite le modalità dello sconto in fattura o della cessione del credito, che rappresentano oggi le principali opzioni per non gravare eccessivamente sui conti pubblici e per agevolare la liquidità dei contribuenti.
Questa proroga è fondamentale per chi, nonostante siano trascorsi anni dai terremoti, non è ancora riuscito a completare la ricostruzione o a mettere in sicurezza gli immobili danneggiati. Si tratta tuttavia di un’estensione molto più circoscritta rispetto alle precedenti edizioni del Superbonus, che erano rivolte a un più ampio spettro di interventi edilizi.
Beneficiari esclusi e limitazioni alla proroga
Non tutti i soggetti coinvolti potranno beneficiare della proroga del Superbonus nel 2026. Sono esclusi, infatti:
- coloro che hanno presentato istanze o dichiarazioni dopo il 30 marzo 2024;
- chi ha già usufruito del cosiddetto Superbonus rafforzato (ossia la maggiorazione del 50% dei limiti di spesa agevolabili ottenuta rinunciando ai contributi pubblici per la ricostruzione);
- i territori “extra cratere” colpiti da eventi sismici, come Molise, Campania, Emilia Romagna e Sicilia, per i quali la misura rimane valida solo fino al 31 dicembre 2025 e senza possibilità di estensione per il 2026.
Il Decreto Omnibus ha infatti rimodulato il Fondo da 400 milioni di euro stanziato per il 2024, prorogandone la disponibilità in modo da finanziare solo la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli interventi effettuati entro il 2026 nei territori del cratere sismico. Per gli immobili nelle altre aree colpite da terremoti, il Fondo di 35 milioni disponibile per il 2025 non è ancora completamente operativo, e non è prevista alcuna proroga del Superbonus oltre il 2025.
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) ha più volte sottolineato come questa disparità di trattamento rischi di creare effetti discriminatori, rallentando la ricostruzione e la messa in sicurezza in alcune aree del Paese. A tal proposito, alla Camera è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare misure di sostegno più coerenti e uniformi per tutti i territori colpiti da eventi calamitosi.

Nuove modalità di fruizione e impatto sul settore edilizio(www.linkedincaffe.it)
La proroga del Superbonus nel 2026, così come modificata dalla Legge 118/2025, conferma che il beneficio potrà essere fruito esclusivamente tramite sconto in fattura e cessione del credito per gli interventi effettuati sugli immobili danneggiati dai terremoti del 2009 e del 2016-2017, presentati entro la scadenza prevista. La detrazione diretta in dichiarazione dei redditi rimane valida solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025 e non può essere più utilizzata per gli interventi realizzati successivamente.
Questa scelta mira a contenere l’impatto finanziario sull’erario, evitando gli effetti distorsivi e inflazionistici che il Superbonus ha generato negli anni precedenti, quando il costo complessivo della misura ha superato i 160 miliardi di euro, ben oltre i 35 miliardi originariamente stanziati. Le criticità emerse, come evidenziato anche dalla Corte dei Conti, hanno spinto a una progressiva riduzione della platea dei beneficiari e a una rimodulazione delle agevolazioni, mantenendo però l’obiettivo di sostenere la ripresa economica e la sicurezza del patrimonio edilizio.

Proroga del Superbonus 110% per gli immobili danneggiati da eventi sismici(www.linkedincaffe.it) 








