Si torna a parlare di rottamazione quinquies, che introduce condizioni più favorevoli per tutti i debitori in cerca di un aiuto.
Il rapporto tra cittadini e fisco è spesso segnato da scadenze, procedure complesse e difficoltà che richiedono strumenti di semplificazione e sostegno concreto. Ogni misura che agevola la regolarizzazione dei debiti rappresenta un’opportunità per ristabilire equilibrio, fiducia e sostenibilità nel sistema tributario nazionale.
La nuova rottamazione quinquies, prevista dalla bozza della Legge di Bilancio 2026, introduce condizioni più favorevoli per chi ha debiti fiscali non ancora saldati. Rispetto alle versioni precedenti, il perimetro è più ristretto, ma le agevolazioni economiche risultano particolarmente vantaggiose per i contribuenti coinvolti.
La nuova rottamazione quinquies
Sono ammessi solo i debiti da omessi versamenti dichiarati, inclusi quelli da controlli automatici e formali, esclusi invece gli accertamenti fiscali e ispettivi. Rientrano anche i contributi previdenziali non versati all’INPS, ma solo se non derivano da verifiche ispettive o contestazioni formali da parte dell’ente.

Una vera ancora di salvezza per chi ha debiti importanti – linkedincaffe.it
Il periodo coperto va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, ampliando la finestra rispetto alla precedente rottamazione quater, ferma al giugno 2022. Questo consente a più contribuenti di accedere alla misura, includendo anche debiti recenti e cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Chi aderisce non paga sanzioni, interessi di mora, interessi per ritardato pagamento e aggio, ma solo il capitale e le spese di notifica. Si tratta di un saldo agevolato che riduce sensibilmente l’importo complessivo, offrendo una via sostenibile per regolarizzare la propria posizione fiscale.
La domanda va presentata entro il 30 aprile 2026, esclusivamente online tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Il contribuente deve indicare il numero di rate desiderate, fino a un massimo di 54 rate bimestrali, distribuite su un arco di nove anni.
Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026, oppure in forma rateale con scadenze fisse e interessi al 4% annuo dal 1° agosto. Le prime tre rate scadono nel 2026, le successive ogni due mesi dal 2027 al 2035, con tolleranza azzerata e decadenza dopo due rate non pagate.
Chi ha giudizi pendenti deve rinunciare formalmente al contenzioso, indicando nella domanda l’esistenza del procedimento e impegnandosi alla sospensione. La rinuncia diventa definitiva solo dopo il pagamento della prima o unica rata, evitando il proseguimento di cause superate dalla sanatoria.
L’obiettivo è duplice: recuperare crediti difficilmente esigibili e offrire una soluzione concreta a chi ha incontrato difficoltà economiche negli anni passati. Lo Stato incassa risorse immediate, mentre il contribuente alleggerisce il carico debitorio e ritrova serenità nel rapporto con l’amministrazione fiscale.

Arrivano i chiarimenti sulla rottamazione quinquies - linkedincaffe.it










