Economia

Il 730 taglia i rimborsi, non ci sono risorse nella legge di Bilancio

La modifica, che avrà effetti retroattivi già sull’anno in corso, riflette il crescente sviluppo e consolidamento del sistema del 730 precompilatoRiduzione delle risorse per i CAF nella Legge di Bilancio 2026 (www.linkedincaffe.it)

La Legge di Bilancio 2026 introduce un’importante revisione per i (CAF), con un taglio ai rimborsi per l’attività di assistenza fiscale.

La modifica, che avrà effetti retroattivi già sull’anno in corso, riflette il crescente sviluppo e consolidamento del sistema del 730 precompilato, una modalità di dichiarazione dei redditi che, pur in espansione, resta ancora utilizzata principalmente tramite intermediari e CAF.

L’articolo 129, comma 5 della Manovra finanziaria approvata dal Governo prevede una riduzione di 21,6 milioni di euro annui a partire dal 2026, ma con applicazione retroattiva alle attività svolte nel 2025. Tale riduzione interessa il capitolo 3845 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dedicato al programma “Accertamento e riscossione delle entrate e gestione beni immobiliari dello Stato” all’interno della missione “Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica”.

Questa rimodulazione dei fondi va a incidere direttamente sui compensi riconosciuti ai CAF per l’assistenza fiscale ai contribuenti, segnando un netto taglio che si inserisce nel più ampio contesto di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica previsto dalla Manovra 2026.

L’effetto retroattivo implica che i CAF dovranno fare i conti con la riduzione delle somme da incassare anche per le attività già realizzate nel corso dell’anno fiscale appena concluso, un aspetto che sta generando preoccupazione tra gli operatori del settore.

Il ruolo crescente del 730 precompilato e il motivo del taglio

La norma giustifica la riduzione dei rimborsi ai CAF con il consolidamento del 730 precompilato, una procedura introdotta dal decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, che punta a semplificare la dichiarazione dei redditi e a ridurre l’intervento manuale e assistito da parte di professionisti e centri di assistenza.

Secondo quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 129, la maggiore diffusione e affidabilità del modello precompilato giustifica una riduzione delle risorse stanziate per l’assistenza fiscale, nella logica di una progressiva automazione e digitalizzazione del sistema fiscale italiano.

Tuttavia, la situazione reale dimostra come la dichiarazione precompilata “fai da te” sia ancora una scelta adottata da una minoranza di contribuenti. I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate per la campagna fiscale 2025 evidenziano infatti che solo 5 milioni di modelli 730 precompilati sono stati inviati direttamente dai cittadini, mentre ben 19,7 milioni di dichiarazioni sono state trasmesse tramite CAF o altri intermediari. Su un totale di 24,7 milioni di 730 precompilati, la maggioranza assoluta continua dunque a rivolgersi a professionisti per la compilazione e l’invio.

La modifica, che avrà effetti retroattivi già sull’anno in corso, riflette il crescente sviluppo e consolidamento del sistema del 730 precompilato

Implicazioni per i CAF e per i contribuenti(www.linkedincaffe.it)

La scelta del Governo di ridurre i fondi destinati ai CAF sembra dunque basarsi non solo sul progresso tecnologico rappresentato dal 730 precompilato, ma anche su un più ampio programma di riduzione della spesa pubblica. Tuttavia, resta il fatto che il sistema fiscale italiano, con la sua complessità normativa e la varietà di situazioni reddituali, rende ancora indispensabile il ricorso a centri di assistenza specializzati per una larga fetta di contribuenti.

I CAF e gli intermediari rimangono infatti i protagonisti principali nella gestione delle dichiarazioni dei redditi, sostenendo milioni di contribuenti che non sono in grado di utilizzare autonomamente le piattaforme online per il modello 730.

Dal punto di vista operativo, il Ministero dell’Economia sarà chiamato a definire con un successivo decreto i nuovi importi dei compensi per i singoli modelli trasmessi, in modo da garantire il risparmio complessivo di 21,6 milioni di euro all’anno previsto dalla legge. Ciò potrebbe tradursi in una riduzione dei compensi per le prestazioni effettuate dai CAF, con possibili ripercussioni sul servizio offerto e sulla sostenibilità economica dei centri.

In un contesto di transizione verso la digitalizzazione del fisco, la sfida resta quindi quella di bilanciare l’efficienza e la semplificazione con la necessità di garantire un’assistenza qualificata a tutti i contribuenti, evitando che il taglio delle risorse comprometta la qualità del servizio e l’accesso al sistema fiscale per le fasce più deboli della popolazione.

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