In arrivo il bonus che porta grossi sconti sulle bollette. I requisiti e come fare per ottenerlo: ecco tutte le informazioni utili.
Nel 2025 il bonus idrico integrativo conferma il suo ruolo fondamentale come misura di sostegno economico per le famiglie in difficoltà nel fronteggiare le spese della fornitura idrica domestica. A livello locale, diverse amministrazioni comunali e regionali hanno aggiornato i criteri di accesso, le modalità di erogazione e le scadenze per la presentazione delle domande, integrando la misura nazionale prevista dal TIBSI (Testo Integrato delle Misure per la Vulnerabilità Sociale degli Utenti del Servizio Idrico). Questo meccanismo mira a garantire un accesso equo a un bene essenziale come l’acqua, tutelando le cosiddette utenze deboli e adattandosi alle specificità territoriali.
Bonus idrico integrativo 2025: natura e finalità dell’agevolazione
Il bonus idrico integrativo 2025 si configura come una riduzione tariffaria aggiuntiva rispetto al bonus nazionale, destinata a nuclei familiari che si trovano in condizioni socio-economiche svantaggiate. Viene erogato da Regioni, Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) o Comuni, con criteri che possono variare anche sensibilmente da territorio a territorio. La misura si rivolge sia ai titolari diretti di utenza, ossia coloro che hanno il contratto intestato, sia agli utenti indiretti, come le famiglie che abitano in condomini con forniture aggregate, armonizzando così il beneficio con la reale situazione abitativa.
L’agevolazione può tradursi in uno sconto in bolletta, un accredito sul conto corrente o un rimborso diretto, sempre tracciabile e verificabile. Fondamentale per accedervi è il rispetto delle soglie ISEE aggiornate, che in alcuni territori possono superare i 20.000 euro per nuclei numerosi o con componenti disabili, riconoscendo così una maggiore protezione ai nuclei più vulnerabili.
Per poter usufruire del bonus idrico integrativo 2025, è necessario essere residenti nel Comune o nell’ambito territoriale che eroga la misura e avere un’attestazione ISEE valida entro i limiti stabiliti localmente. Ad esempio, nel Comune di Prato possono accedere cittadini italiani, dell’Unione Europea o extracomunitari con permesso di soggiorno valido, con ISEE compreso generalmente tra 9.530 e 20.000 euro. In caso di famiglie numerose o con disabili, la soglia può salire fino a 23.000 euro.

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L’importo del bonus varia in base alle risorse disponibili e al consumo idrico dell’anno precedente. Nel Comune di Prato, ad esempio, il rimborso può coprire da un terzo fino al 100% della spesa annua sostenuta, con l’erogazione effettuata da Publiacqua direttamente in bolletta con la dicitura “Bonus Integrativo”. A Livorno, invece, il bonus può coprire fino al 100% della spesa per nuclei con uno o due componenti, mentre per nuclei più numerosi la misura è proporzionale e vincolata all’esaurimento dei fondi.
Le domande devono essere presentate online entro le scadenze fissate da ogni Comune o ATO. Nel 2025, per Prato, la finestra di presentazione si è chiusa il 30 maggio, mentre a Livorno le domande sono state accettate fino al 16 maggio. È obbligatorio allegare la documentazione richiesta, tra cui attestazione ISEE, documento d’identità e bollette o dichiarazioni condominiali, e l’invio deve avvenire preferibilmente tramite piattaforme digitali con autenticazione SPID, CIE o CNS.
Aggiornamenti normativi e monitoraggio
Nel corso del 2025, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha continuato a vigilare sul corretto funzionamento del sistema di bonus sociale idrico, aggiornando i valori soglia ISEE e le modalità di comunicazione dei dati tra gestori e enti territoriali, come previsto dall’articolo 12 del TIBSI. Questi controlli assicurano che i contributi siano destinati realmente alle utenze più fragili, nel rispetto delle normative sulla privacy e della trasparenza amministrativa.
In questo contesto, l’integrazione tra bonus nazionale e bonus idrico integrativo locale rappresenta un modello efficace per il contrasto alla povertà idrica, con un’attenzione particolare alle specificità territoriali e alle esigenze delle famiglie più vulnerabili.

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