Cosa non dire durante un colloquio - linkedincaffe.it
La giusta comunicazione, unita alle competenze, è uno degli aspetti principali che incidono sull’esito di un colloquio di lavoro: cosa non bisognerebbe mai dire.
La ricerca di lavoro è diventata parte integrante della vita di oggi. Cambiano le proprie esperienze, le aziende modificano le loro esigenze, ci si trasferisce in nuove sedi. Sono diversi i motivi per i quali si presenta ai datori la propria candidatura.
Si sottopone così all’attenzione di chi ha delle posizioni aperte il proprio Curriculum Vitae. Una raccolta di informazioni ed esperienze che testimonia il percorso professionale del candidato e che deve essere compilato in modo minuzioso per catturare l’attenzione di chi lo legge.
La risorsa è congeniale al tipo di lavoro proposto? Il suo trascorso gli ha fornito i giusti elementi per svolgere la mansione al meglio? Probabilmente sì, ma questo non basta. Fase essenziale della selezione è il colloquio. Una grande possibilità ma, allo stesso tempo, anche un’arma a doppio taglio.
Ritrovandosi seduti di fronte all’esaminatore, l’emozione può entrare in gioco. Una frase sbagliata può essere sufficiente per convincere il datore che la persona non fa al caso proprio. Ecco tutte quelle che bisognerebbe sempre evitare.
L’analisi del CV è il primo step che avvicina un candidato alla posizione lavorativa. Una comunicazione scorretta, però, può allontanarlo in un attimo dal suo obiettivo. Queste frasi assicurano il fallimento durante il colloquio.
Le frasi da evitare – linkedincaffe.it
1. “Ho soltanto…”
2. “Forse sì, penso di sì”
Esprimono insicurezza nel raggiungimento di un obiettivo, peggio ancora se unite a verbi utilizzati al condizionale. Possono essere le armi che annientano l’interesse dell’interlocutore.
3. “Non ho esperienza in questo”
Non sempre le mansioni richieste dal datore corrispondono esattamente alle proprie esperienze passate. Quello che conta è la proattività. Piuttosto che rivelare di avere una lacuna, meglio evidenziare che si è pronti a nuove sfide.
4. “Ho aiutato nel progetto”
I verbi “aiutare” e “supportare” implicano che il proprio contributo in un determinato compito è stato limitato. Riducono quindi l’impatto positivo del proprio lavoro. Piuttosto si può dire: “Ho contribuito attivamente”.
5. “Non era un compito difficile”
Anche in questo caso, una frase può bastare a minimizzare il proprio valore e il proprio contributo in un risultato raggiunto. È preferibile puntare l’attenzione sulla strategia messa in atto per svolgere quanto richiesto.
6. “Non credo che questa esperienza sia importante”
Con queste parole si sottrae rilevanza alle proprie esperienze professionali. Qualunque tipo di background può influire nella scelta del candidato, che può aver acquisito competenze utili anche se in una posizione molto diversa da quella per cui ci si candida.
7. “Non sapevamo come fare, ma abbiamo risolto”
Niente di peggio che un approccio approssimativo ai problemi. I datori cercano sicurezza e motivazione nella risoluzione delle difficoltà. È bene convincerli di avere sempre una strategia a portata di mano.
8. “Hanno deciso, hanno detto di fare così”
Indica un approccio passivo nei processi lavorativi. Fa apparire demotivati ad assumere potere decisionali nelle situazioni che si presentano.
9. “Non ho pretese sullo stipendio”
Una mancanza di decisione nella propria richiesta remunerativa fa pensare che si è disposti ad accettare anche meno del proprio valore. Sottolineare che la propria esperienza pregressa implica una determinata fascia retributiva comunica la certezza delle proprie potenzialità e pretese.
10. “Non ho domande”
Alla fine di ogni colloquio viene chiesto se ci sono domande. Rispondere con un secco “No” indica una scarsità di attenzione e di curiosità nei confronti dell’azienda.