Mentre si avvicina il periodo natalizio, è stata messa al centro dell’attenzione una misura a favore di lavoratori e pensionati.
Mentre si avvicina il periodo natalizio, il Governo italiano ha messo al centro dell’attenzione un’importante misura a favore di lavoratori e pensionati: la detassazione della tredicesima mensilità. Questa iniziativa, se confermata, promette di alleggerire il carico fiscale su una delle mensilità più attese dell’anno, garantendo un aumento del reddito disponibile che potrebbe superare i 1.800 euro per i redditi più elevati.
La proposta del Governo per la tredicesima detassata
Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha rilanciato l’idea di una significativa riduzione della tassazione sulla tredicesima, durante un incontro pubblico con Assolombarda. L’obiettivo è chiaro: offrire un contributo concreto alle famiglie italiane, spesso messe sotto pressione dalle spese natalizie, tramite un pacchetto di misure che include anche agevolazioni sugli straordinari, sul lavoro festivo e sui premi di produttività.

Tutte le novità sulla tredicesima che aumenta (www.linkedincaffe.it)
Sono allo studio tre scenari principali per intervenire sulla tassazione della tredicesima:
- Esenzione totale dell’Irpef, mantenendo solo il prelievo contributivo (circa il 9,19%). Questa soluzione aumenterebbe in modo consistente il netto percepito dai lavoratori, con un effetto immediato sul potere d’acquisto;
- Imposta sostitutiva al 10%, simile a quella già applicata ai premi di produttività, che rappresenta una via di mezzo tra efficacia e sostenibilità;
- Riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, con ampliamento dello scaglione fino a 60.000 euro, per estendere il beneficio a un numero più ampio di contribuenti, anche se con un impatto meno rilevante per singolo individuo.
Attualmente, la tredicesima mensilità è riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, e ai pensionati, ma non si applica ai lavoratori autonomi. A differenza del normale stipendio, questa mensilità non gode delle consuete detrazioni fiscali, subendo così un carico fiscale più pesante. Oltre ai contributi previdenziali, che si attestano intorno al 9,19%, sulla tredicesima si applica l’Irpef con aliquote progressive che variano dal 23% fino al 43%, in base al reddito complessivo del lavoratore. Questo sistema riduce sensibilmente l’importo netto che i beneficiari effettivamente ricevono.
Secondo alcune simulazioni pubblicate da Il Messaggero, l’effetto della detassazione varrebbe per fasce di reddito annuo lordo come segue:
| Reddito annuo lordo | Aumento netto con esenzione Irpef | Aumento netto con imposta al 10% |
|———————|———————————–|———————————-|
| 20.000 € | +321 € | +182 € |
| 28.000 € | +450 € | +254 € |
| 35.000 € | +856 € | +611 € |
| 50.000 € | +1.222 € | +873 € |
| 60.000 € | +1.802 € | +1.383 € |
I dati evidenziano come il beneficio sia più consistente per i redditi medio-alti, ma anche i lavoratori con stipendi più contenuti avrebbero un aumento significativo, utile soprattutto in un periodo dell’anno in cui le spese familiari tendono a crescere.
Il vantaggio più immediato di questa detassazione consisterebbe in un aumento del potere d’acquisto dei cittadini, con effetti potenzialmente positivi sui consumi interni e sulle vendite al dettaglio, che tradizionalmente registrano un picco nel periodo natalizio. Questo aumento di liquidità nelle tasche degli italiani potrebbe quindi rappresentare un volano per l’economia nel suo complesso.