Bollette domestiche: luce, gas e acqua vanno conservate per 2 anni, telefono 5 anni. Scopri le regole e come proteggerti dalle contestazioni.
Quando si parla di bollette domestiche, spesso la tentazione è una sola: buttarle appena pagate . Ma saperle conservare correttamente può salvarti da spiacevoli sorprese. Che si tratti di luce, gas, acqua o telefono, esistono regole precise sui tempi di conservazione, legati sia alla legge che ai diritti del consumatore.
Tenere i documenti giusti al posto giusto può evitare di pagare due volte una spesa o di perdere la possibilità di contestare addebiti errati. Non tutte le bollette hanno lo stesso periodo di validità legale. La normativa italiana, aggiornata con le Leggi di Bilancio 2018 e 2020, annuncia termini diversi a seconda del tipo di utenza.
Come gestire la conservazione delle bollette
Tradizionalmente, le bollette di luce e gas dovevano essere conservate per 5 anni secondo l’articolo 2948 del Codice Civile. Tuttavia, le leggi più recenti hanno ridotto questo termine a 2 anni per tutte le fatture emesse dopo il 2 marzo 2018 per la luce e dopo il 2 gennaio 2019 per il gas.
Ma ci sono alcune eccezioni, infatti le bollette della luce che includono il canone Rai devono essere conservate 10 anni, mentre quelle antecedenti alle date sopra indicano mantenere il termine di 5 anni. In generale, conservare le fatture per almeno due anni è sufficiente per tutelarsi da richieste tardive o errori di fatturazione.
Anche le bollette dell’acqua seguono lo stesso termine di 2 anni, ma è sempre consigliabile verificare eventuali indicazioni del gestore locale, poiché alcune aziende possono avere politiche specifiche di recupero crediti. Per telefono, ADSL e altri servizi di telecomunicazione, il periodo di conservazione standard è di 5 anni. Questo permette di contestare addebiti errati o problemi di fatturazione senza difficoltà.

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Se una bolletta supera il termine di prescrizione e il fornitore richiede comunque il pagamento, è necessario inviare un reclamo scritto tramite raccomandata A/R, PEC o fax, dichiarando che il credito si è prescritto. In questo modo si tutela il consumatore senza rischiare di dover saldare importi non dovuti.
Oltre alla prescrizione, conservare le bollette è utile per le dichiarazioni fiscali, se alcune spese sono detraibili, monitorare i consumi e valutare eventuali cambi di fornitore, dimostrare l’avvenuto pagamento in caso di contestazioni.
La bolletta digitale rappresenta oggi una soluzione pratica: con domiciliazione bancaria e accesso online, non è necessario conservare la versione cartacea. Il fornitore archivia tutto in un’area clienti sicura e i pagamenti vengono gestiti automaticamente. È un metodo più sicuro, ecologico e ordinato per gestire le utenze.

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