Lavoro

Le dieci azioni su Linkedin che possono compromettere il rapporto con le risorse umane

Le dieci azioni su Linkedin che possono compromettere il rapporto con le risorse umaneLe dieci azioni su Linkedin che possono compromettere il rapporto con le risorse umane

Nel mondo del lavoro sempre più digitalizzato, LinkedIn si conferma strumento imprescindibile per chi cerca occupazione e per i recruiter impegnati nella selezione del personale. Tuttavia, l’utilizzo errato o poco professionale di questa piattaforma può suscitare irritazione nei responsabili delle risorse umane (HR). Allo stesso tempo, per i laureandi e i neo-laureati è fondamentale imparare a sfruttare LinkedIn per costruire un personal branding efficace e distinguersi in un mercato del lavoro competitivo.

Cosa evitare su LinkedIn per non irritare un HR

Le esperienze e i commenti raccolti da specialisti HR confermano che alcuni errori comuni su LinkedIn sono in grado di compromettere seriamente le possibilità di essere contattati per un colloquio. Tra le pratiche più detestate dai recruiter, spiccano profili incompleti o abbozzati, l’assenza di foto professionale, e l’uso di immagini inappropriate come selfie in spiaggia o con occhiali da sole. Questi dettagli, seppur apparentemente banali, possono suggerire poca serietà o scarsa cura nella presentazione di sé.

Altro comportamento frustrante per un HR è la tendenza a gonfiare o addirittura barare nel curriculum, un atteggiamento che non solo mina la fiducia ma è facilmente smascherabile da professionisti esperti. Anche commenti e post fuori contesto, soprattutto se accompagnati da un tono saccente, possono risultare controproducenti, poiché ogni attività su LinkedIn rimane visibile e contribuisce alla reputazione digitale del candidato.

Un ulteriore errore frequente riguarda la scelta della lingua del profilo: scrivere il proprio profilo esclusivamente in inglese quando si cerca lavoro in Italia può generare confusione e irritazione, poiché dimostra una scarsa conoscenza delle funzionalità della piattaforma e una mancata attenzione verso il target di riferimento. LinkedIn consente infatti di creare profili multilingua, visibili in base alla lingua impostata dall’utente che consulta il profilo.

Tra gli atteggiamenti più dannosi per la propria immagine figurano anche frequenti lamentele pubbliche, che trasmettono un’immagine negativa e poco propositiva; oltre all’invio massivo e impersonale di curriculum accompagnati da messaggi di chiara copia-incolla, che denotano scarsa motivazione e attenzione.

Il “podio” delle pratiche più sgradite si conclude con la richiesta di connessione a un HR seguita dall’immediata spedizione del curriculum senza una presentazione adeguata o un dialogo preliminare. Questo approccio è percepito come invadente e poco rispettoso del tempo altrui.

LinkedIn come strumento chiave per i laureandi: consigli aggiornati

Per i laureandi e i neolaureati, LinkedIn rappresenta una vetrina fondamentale per iniziare a costruire il proprio percorso professionale. Non è necessario aspettare il giorno della laurea per iniziare a lavorare sul proprio profilo: anzi, anticipare questo lavoro può fare la differenza nella ricerca di un impiego coerente con il proprio percorso di studi.

È importante evitare formule standard e parole abusate come “esperto” o “motivato”, ormai inflazionate e prive di originalità. Meglio puntare su un riepilogo personale che racconti con autenticità la propria motivazione, le competenze acquisite e la passione per il settore di interesse.

Un altro suggerimento utile riguarda la headline del profilo: invece di indicare “in cerca di occupazione”, è preferibile specificare la posizione desiderata, per esempio “aspirante responsabile marketing”. Questo messaggio trasmette sicurezza e focalizza l’attenzione del recruiter sui propri obiettivi professionali.

La costruzione di una rete di contatti mirata è altrettanto cruciale. Ottenere raccomandazioni da docenti, colleghi o professionisti con cui si è collaborato e ricevere conferme sulle competenze specifiche aiuta ad aumentare la visibilità e la credibilità nel mondo digitale. È indispensabile però evitare di includere competenze banali o generiche come “Microsoft Office”, ormai date per scontate.

L’importanza di una presenza digitale consapevole

La ricerca dimostra che i recruiter iniziano il processo di selezione verificando la presenza digitale dei candidati attraverso motori di ricerca e social network professionali. Apparire con un profilo LinkedIn completo, aggiornato e coerente con il proprio percorso può aumentare notevolmente le chance di essere contattati.

Un profilo curato e attivo non solo migliora il proprio posizionamento all’interno di LinkedIn, ma favorisce anche la costruzione di un’immagine professionale positiva, che può attrarre opportunità di lavoro e collaborazioni.

In un contesto lavorativo sempre più digitalizzato e competitivo, la capacità di presentarsi online con efficacia è diventata un elemento indispensabile, soprattutto per chi muove i primi passi nel mondo professionale. Laureandi e neolaureati devono dunque investire tempo e risorse per creare un profilo LinkedIn che sia autentico, strategico e orientato all’obiettivo, evitando gli errori più comuni che rischiano di compromettere l’accesso alle opportunità lavorative.

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