Lavoro

La tua NASpI potrebbe essere a rischio: l’Inps richiede anche i soldi indietro

euro banconote in mano logo naspiQuando è prevista la restituzione della Naspi - linkedincaffe.it

Esiste la possibilità che l’INPS possa richiedere al disoccupato la restituzione delle somme percepite: per quale motivo accade e come comportarsi. 

I motivi per cui ci si può ritrovare da un momento all’altro senza lavoro sono molteplici. In molti casi, quando la perdita della professione subordinata avviene in modo involontario, una grande opportunità di ammortizzare le spese proviene dalla Naspi.

Si tratta infatti di un’indennità per i disoccupati che consente di far fronte alla mancanza di reddito a seguito dell’interruzione del rapporto di lavoro. Una misura economica non illimitata, ma che viene erogata per un determinato periodo di tempo calcolato sulla base di specifici fattori.

La Naspi può essere percepita per un massimo di 24 mesi, ma le eventualità di interruzione non mancano. Il diritto alla disoccupazione si perde facilmente, tra gli altri casi, quando questo stato viene a decadere, quando non si cerca attivamente una nuova occupazione o si rifiuta un’offerta congrua.

Non è raro tuttavia, che si verifichino circostanze che portano l’INPS a richiedere perfino la restituzione della Naspi. Un evento da associare non soltanto a possibili errori nei pagamenti da parte dell’Istituto, ma anche ad incongruenze emerse a seguito di controlli successivi all’erogazione.

É bene dunque, essere consapevoli di tutti i possibili scenari che potrebbero condurre a questa spiacevole sorpresa ed agire in tempo per non farsi trovare impreparati.

In quali casi è prevista la restituzione della Naspi

Gli errori nell’erogazione delle somme Naspi sono tra le cause più comuni di richiesta di restituzione. Accade di frequente, soprattutto nel caso di brevi periodi di disoccupazione, che si creino delle discrepanze nei pagamenti e che quindi, il beneficiario ottenga delle somme superiori al dovuto.

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Restituzione Naspi: perché e cosa fare – linkedincaffe.it

Sarà lo stesso INPS, a seguito del periodo di indennizzo, ad inviare al lavoratore una comunicazione in cui viene richiesta la restituzione degli importi in eccesso ricevuti. Non è rara neppure l’eventualità dell’assenza delle dovute comunicazioni da parte del percettore.

La disoccupazione si interrompe nel momento stesso in cui questo trova un nuovo lavoro. É un obbligo per il dipendente avvisare tempestivamente l’INPS di aver trovato un’occupazione attraverso il modello Naspi-Com.

Qualora questo non accadesse nei giusti tempi, la Naspi continuerebbe ad essere erogata. La conseguenza è la richiesta della restituzione della somma percepita indebitamente. Il termine massimo per l’avviso è generalmente fissato a 30 giorni dalla data d’inizio del nuovo lavoro.

La comunicazione è obbligatoria nel caso di assunzione a tempo determinato superiore a sei mesi o a tempo indeterminato. Qualora il contratto a tempo determinato fosse inferiore a sei mesi invece, è preferibile inviare il modello Naspi-Com.

L’INPS in genere sospende l’erogazione della Naspi, che nel caso di riattivazione sarà ricalcolata in base al nuovo reddito presunto. La comunicazione di indebito dunque, conoscendo tutte queste eventualità, non arriverà come un fulmine a ciel sereno.

La richiesta avviene tramite un avviso in cui si viene invitati a versare le somme dovute tramite un modello F24. Resta comunque la possibilità di contestare la suddetta richiesta. La modalità è un ricorso amministrativo da presentare entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione.

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