Lavoro

Quanto guadagna un professore universitario in Italia: tutte le cifre (alte)

Dopo anni di riforme e di variazioni nei finanziamenti pubblici, le retribuzioni degli accademici di ruolo e non di ruolo riflettono ancora una complessitàRetribuzioni e classificazioni dei docenti universitari nel 2025(www.linkedincaffe.it)

Nel contesto attuale del sistema universitario italiano, gli stipendi dei professori universitari rappresentano un tema centrale.

Dopo anni di riforme e di variazioni nei finanziamenti pubblici, le retribuzioni degli accademici di ruolo e non di ruolo riflettono ancora una complessità strutturale tra livelli di anzianità, posizione accademica e differenze tra pubblico e privato.

Il corpo docente di ruolo in Italia si compone principalmente di ricercatori, professori associati (II fascia) e professori ordinari (I fascia). Gli stipendi sono regolati da tabelle nazionali aggiornate periodicamente, con scatti stipendiali biennali o triennali, e variano a seconda della qualifica e dell’anzianità.

Valori medi per il biennio 2024-2025

  • Ricercatore a tempo determinato di tipo A (RTD-A): lo stipendio iniziale si attesta intorno ai 39.000 euro lordi annui, equivalenti a circa 1.600-1.800 euro netti mensili su tredici mensilità. I ricercatori di tipo B (RTD-B), che seguono un percorso tenure-track, percepiscono mediamente un 20-30% in più, arrivando a 47-50.000 euro lordi annui, soprattutto se supportati da fondi aggiuntivi. I ricercatori a tempo indeterminato del cosiddetto “vecchio ordinamento” guadagnano da un minimo simile sino a oltre 70.000 euro lordi, con progressione legata all’anzianità.
  • Professore Associato (II fascia): il compenso iniziale si colloca tra 56.000 e 60.000 euro lordi annui, pari a circa 2.300-2.700 euro netti mensili. Con gli scatti e l’avanzamento di classe, un associato a fine carriera può superare i 100.000 euro lordi, cioè circa 4.000 euro netti al mese. In media, i professori associati guadagnano tra 2.500 e 3.500 euro netti al mese.
  • Professore Ordinario (I fascia): il trattamento di ingresso è di circa 80.000 euro lordi annui, corrispondenti a 3.000 euro netti mensili. Con l’anzianità, dopo vent’anni in ruolo, i compensi possono superare i 120.000 euro lordi annui, equivalenti a 5.000-6.000 euro netti mensili. Tuttavia, lo stipendio medio effettivo nel 2025 si attesta attorno ai 2.600 euro netti mensili, considerando che molti professori ordinari senior sono già in pensione.

È importante sottolineare che, dal punto di vista normativo, non esistono differenze retributive territoriali: il contratto pubblico assicura lo stesso stipendio base a Milano come a Napoli. Tuttavia, fattori indiretti come il costo della vita e le opportunità di reddito aggiuntivo (consulenze, fondi di ricerca) possono accentuare le disparità tra Nord e Sud.

Dopo anni di riforme e di variazioni nei finanziamenti pubblici, le retribuzioni degli accademici di ruolo e non di ruolo riflettono ancora una complessità

Condizioni dei docenti non di ruolo e compensi a corso(www.linkedincaffe.it)

Oltre ai docenti di ruolo, l’università italiana impiega un numero significativo di docenti a contratto e collaboratori a termine, spesso giovani studiosi o professionisti esterni. Questi insegnanti ricevono compensi calcolati a forfait per singolo corso o modulo didattico, con tariffe orarie generalmente comprese tra 40 e 60 euro lordi per ora di lezione frontale nelle università pubbliche.

Per un corso standard di 40 ore, un docente a contratto può percepire circa 2.000 euro lordi, pagati in un’unica soluzione a fine incarico. Questo compenso non copre però il lavoro extra aula, come la preparazione delle lezioni, gli esami e il ricevimento studenti. Considerando tutte le ore effettivamente lavorate, il compenso orario reale può scendere a circa 14 euro netti, come stimato da recenti studi.

Il range di compenso è ampio: la legge consente tariffe da 25 a 100 euro lordi per ora. In casi eccezionali, come docenti di rilievo o discipline professionalizzanti, si raggiunge il tetto massimo, ma in molte discipline umanistiche e atenei meno dotati prevalgono compensi minimi. Nelle università private e nei master executive, invece, i compensi sono più elevati, raggiungendo anche 100 euro o più l’ora.

Nonostante ciò, la maggior parte dei docenti a contratto rimane modestamente retribuita. Lo stipendio medio annuo dichiarato è di circa 29.500 euro lordi, spesso accumulati sommandosi più incarichi in vari atenei o affiancando altre attività lavorative. Nel 2022/23, i docenti a contratto rappresentavano ancora il 28% del corpo docente totale, un dato in lieve diminuzione rispetto al 33% di dieci anni prima, grazie a nuove assunzioni strutturate.

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