Scuola, stop a supplenze brevi: il preside dovrà avvalersi del personale intern. Ecco tutte le novitò sui nuovi obblighi.
La nuova legge di bilancio 2026 ha introdotto importanti novità riguardo alla gestione delle supplenze brevi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A partire da quest’anno scolastico, le istituzioni scolastiche dovranno attenersi a regole più stringenti per quanto riguarda le sostituzioni di docenti assenti per periodi inferiori ai dieci giorni. Questa modifica normativa, prevista dall’articolo 106 della Manovra 2026, comporta un cambio di paradigma nel modo in cui i dirigenti scolastici organizzano il personale docente, con forti implicazioni per il corpo insegnante e per i precari del settore.
Nuove regole per le supplenze brevi: obbligo di utilizzo del personale interno
La principale novità riguarda l’eliminazione della possibilità di ricorrere a insegnanti esterni per le supplenze brevi inferiori a dieci giorni nelle scuole medie e superiori. Il dirigente scolastico sarà infatti obbligato a utilizzare il personale già presente nell’organico dell’autonomia. Questa decisione rappresenta una significativa modifica rispetto alla disciplina precedente, che lasciava ampia discrezionalità ai presidi nella scelta di ricorrere o meno a supplenti esterni.
Il testo della norma è inequivocabile: il dirigente “deve” garantire la sostituzione con docenti interni, fatta salva la possibilità di deroghe solo per “motivate esigenze di natura didattica”, una clausola che consente una certa flessibilità ma che sottolinea la volontà di contenere l’uso di contratti a tempo determinato di breve durata.

Novità per le supplenze nelle scuole: la nuova norma – linkedincaffe.it
Questa misura mira principalmente a ridurre la spesa pubblica legata alle supplenze brevi, che ogni anno rappresentano un costo rilevante per il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Parallelamente, il Ministero ha previsto un monitoraggio rigoroso per valutare l’impatto economico e organizzativo della nuova normativa.
Diverso è il trattamento riservato alla scuola primaria e ai posti di sostegno, dove la legge mantiene una certa flessibilità. In questi casi, il dirigente scolastico potrà ancora scegliere se utilizzare personale interno o rivolgersi a supplenti esterni per assenze di durata inferiore ai dieci giorni. Il verbo utilizzato nella norma è infatti “può”, a differenza dell’obbligo imposto per le scuole medie e superiori.
La ragione di questa distinzione risiede nella particolarità delle esigenze didattiche e organizzative di questi settori. Nel caso del sostegno, la continuità educativa con gli alunni con disabilità è un elemento fondamentale, e il ricorso a personale specializzato esterno può risultare necessario quando non vi siano figure interne adeguatamente qualificate.
Reazioni e criticità: carico di lavoro e precarietà
La riforma ha già suscitato un acceso dibattito nel mondo scolastico. Da un lato, alcuni docenti e sindacati manifestano preoccupazioni riguardo al possibile aumento del carico di lavoro per gli insegnanti di ruolo, che dovranno farsi carico delle sostituzioni dei colleghi assenti oltre alle proprie attività ordinarie. Questa situazione potrebbe influire negativamente sulla qualità dell’insegnamento, soprattutto in istituti con organici già ridotti.
Dall’altro lato, la misura rischia di aggravare la condizione di migliaia di insegnanti precari, che vivono delle supplenze brevi come unica fonte di reddito. Limitare la possibilità di essere chiamati per assenze inferiori a dieci giorni significa ridurre drasticamente le loro opportunità di lavoro, aumentando l’incertezza occupazionale in un settore già caratterizzato da alta precarietà.
Al contrario, i sostenitori della riforma evidenziano come l’utilizzo del personale interno possa migliorare la continuità didattica per gli studenti, evitando la frammentazione provocata dal frequente avvicendamento di docenti esterni, e valorizzare la professionalità degli insegnanti di ruolo, conferendo loro un ruolo più centrale nell’organizzazione scolastica.
Il dibattito è dunque aperto e sarà determinante seguire l’iter parlamentare della legge di bilancio per verificare eventuali modifiche o integrazioni al testo normativo, in risposta alle istanze sollevate dal mondo della scuola.

Le nuove regole per le supplenze dei docenti nelle scuole - linkedincaffe.it









