Pensione anticipata, è possibile interrompere prima il lavoro anche senza il consenso dell’Inps: le sentenze rilevanti in merito.
Il panorama delle pensioni anticipate in Italia continua a essere oggetto di interpretazioni giurisprudenziali che spesso contrastano con le valutazioni dell’INPS, aprendo nuove possibilità per i contribuenti che desiderano accedere alla pensione prima dell’età prevista dalla normativa ordinaria. In particolare, le recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno ribaltato alcune posizioni dell’Istituto, offrendo strumenti utili per chi intende sfruttare misure come l’APE Sociale o la pensione anticipata ordinaria, anche quando l’INPS inizialmente nega la domanda.
Pensione anticipata: il ruolo decisivo delle sentenze giudiziarie
Il sistema previdenziale italiano prevede requisiti molto specifici per l’accesso alle diverse forme di pensionamento, con parametri anagrafici e contributivi stabiliti dalla legge. Tuttavia, l’interpretazione di queste norme da parte dell’INPS talvolta si mostra più rigida rispetto a quanto stabilito dai tribunali. È frequente che pratiche di pensionamento inizialmente respinte dall’Istituto vengano poi accolte dai giudici, generando precedenti vincolanti per casi analoghi.
Una delle pronunce più significative riguarda l’accesso all’APE Sociale per i lavoratori disoccupati che, secondo la normativa e l’interpretazione INPS, devono aver usufruito integralmente della NASpI prima di poter richiedere l’anticipo pensionistico. La sentenza numero 24950 del 2024 e la numero 7846 del 2025 della Corte di Cassazione hanno chiarito che questo vincolo riguarda esclusivamente il divieto di cumulo tra NASpI e APE Sociale. Per i giudici, invece, il requisito fondamentale per accedere all’APE Sociale è lo stato di disoccupazione e non la fruizione completa dell’indennità NASpI. Pertanto, chi non presenta domanda di NASpI può richiedere subito l’APE Sociale senza dover attendere la fine dell’erogazione dell’indennità, facilitando così l’anticipo del pensionamento.

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Un altro importante chiarimento giurisprudenziale riguarda le pensioni anticipate ordinarie, a cui si accede senza limiti anagrafici ma con un requisito contributivo minimo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. La normativa prevede che almeno 35 anni di contributi debbano essere derivanti da attività lavorativa effettiva, escludendo i contributi figurativi derivanti da infortuni, malattia o disoccupazione. Tuttavia, la sentenza numero 27910 del 2025 della Cassazione ha ribaltato questa interpretazione, riconoscendo pienamente la validità dei contributi figurativi anche all’interno dei 35 anni richiesti, rendendo più accessibile il requisito contributivo per molti lavoratori.
L’APE Sociale nel 2025: requisiti, modalità di accesso e proroga della sperimentazione
L’APE Sociale è una misura sperimentale introdotta nel 2017 e prorogata fino al 31 dicembre 2025, che consente a specifiche categorie di lavoratori di anticipare l’accesso alla pensione con un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS. Dal primo gennaio 2024, il requisito anagrafico per accedere all’APE Sociale è di 63 anni e 5 mesi, mentre l’anzianità contributiva minima varia da 30 a 36 anni a seconda delle categorie.
Possono usufruire dell’APE Sociale i lavoratori disoccupati che hanno terminato la NASpI, coloro che assistono familiari con handicap grave, i soggetti con riduzione della capacità lavorativa superiore al 74% e i lavoratori impegnati in attività gravose, secondo le specifiche codifiche del legislatore. Per alcune categorie di lavoratori “gravosi”, come operai edili e ceramisti, il requisito contributivo può scendere a 32 anni. Alle donne viene riconosciuto uno sconto contributivo di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
L’indennità è corrisposta mensilmente fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni, e l’importo massimo mensile è di 1.500 euro. L’APE Sociale non è cumulabile con altre pensioni dirette né con redditi da lavoro dipendente o autonomo, fatta eccezione per il lavoro autonomo occasionale entro un limite di 5.000 euro annui.
Le domande per l’accesso all’APE Sociale devono essere presentate all’INPS entro il 30 novembre 2025, salvo esaurimento delle risorse stanziate, e la valutazione delle istanze segue una graduatoria basata sulla vicinanza al requisito anagrafico e sulla data di presentazione della domanda.

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