Lavoro

Legge 104, se il disabile è ricoverato addio permessi? La verità nascosta che in pochi sanno

Legge 104, se il disabile è ricoverato addio permessi?Legge 104, se il disabile è ricoverato addio permessi? La verità nascosta che in pochi sanno - linkedincaffe.it

Non sempre il ricovero fa decadere il diritto ai permessi retribuiti: ecco i casi in cui la legge continua a tutelare i caregiver.

Per molti lavoratori italiani, la Legge 104 rappresenta un’ancora di equilibrio tra vita privata e professionale. Garantisce tre giorni di permesso retribuito al mese per assistere un familiare con disabilità grave, un tempo che spesso diventa indispensabile per chi affronta ogni giorno la fragilità di un congiunto. Ma cosa accade se la persona disabile viene ricoverata in ospedale o in una struttura sanitaria? E’ qui che la legge si fa complessa e, in alcuni casi, controintuitiva.

La regola generale sembrerebbe chiara: se il disabile è ricoverato a tempo pieno, cioè in una struttura che garantisce assistenza sanitaria continuativa, 24 ore su 24, il diritto ai permessi decade. Tuttavia, la realtà non è così rigida. Esistono eccezioni che la stessa normativa e la prassi dell’INPS riconoscono, proprio per non lasciare sole le famiglie nei momenti più delicati.

Dietro a queste regole c’è un principio fondamentale: i permessi 104 devono servire per prestare assistenza reale, non formale. Quando la presenza del familiare resta necessaria, anche dentro una struttura, la legge si apre a interpretazioni più umane.

Quando i permessi restano validi anche con il ricovero

Il motivo è più semplice di quanto si pensi: non tutti i ricoveri garantiscono davvero un’assistenza completa. Ecco i casi principali in cui il lavoratore può continuare a usare i permessi 104 senza incorrere in violazioni.

1. Ricovero interrotto per visite o terapie esterne. Se il disabile lascia temporaneamente la struttura per sottoporsi a visite, esami o terapie, i giorni di permesso restano utilizzabili. Lo ha chiarito l’INPS nel messaggio n. 14480/2010, riconoscendo che in questi casi l’assistenza familiare può essere indispensabile.

2. Stato vegetativo o prognosi infausta. Quando il paziente si trova in coma vigile o in condizioni terminali, la legge consente l’utilizzo dei permessi anche durante il ricovero continuativo. E’ una tutela di dignità, che riconosce l’importanza della presenza dei propri cari negli ultimi momenti.

3. Necessità certificata di assistenza familiare. Se il personale medico attesta che il supporto del familiare è indispensabile, ad esempio per motivi psicologici, relazionali o pratici, i permessi restano validi. Questa eccezione, inizialmente prevista solo per i minori, oggi si applica anche ad altri casi.

4. Ricovero in strutture non sanitarie. Case di riposo o residenze assistenziali che non offrono assistenza sanitaria continuativa non rientrano nel divieto: il familiare può continuare a fruire dei permessi, poiché l’assistenza della struttura non sostituisce quella del caregiver.

Legge 104, se il disabile è ricoverato addio permessi?

Quando i permessi restano validi anche con il ricovero – linkedincaffe.it

Per evitare contestazioni, è essenziale fornire una certificazione chiara. La struttura deve attestare su carta intestata la natura del ricovero, la durata, le eventuali uscite per terapie e, se necessario, la motivazione che giustifica la presenza del familiare.

Il lavoratore deve comunicare tempestivamente ogni variazione al datore di lavoro e conservare tutta la documentazione: in assenza di prove formali, il rischio è quello di vedersi contestato un uso improprio dei permessi.

La Cassazione, con la sentenza n. 5948 del 2025, ha ribadito che chi utilizza i permessi mentre il disabile è ricoverato in struttura sanitaria continuativa rischia sanzioni disciplinari, fino al licenziamento. Ma allo stesso tempo, la giurisprudenza più recente tende a valorizzare la reale necessità dell’assistenza, riconoscendo la complessità delle situazioni familiari.

Chi assiste un familiare ricoverato deve quindi muoversi con cautela ma senza timore. Con la giusta documentazione e una comunicazione trasparente, la Legge 104 continua a essere ciò per cui è nata: una tutela concreta per chi, ogni giorno, si prende cura degli altri.

Change privacy settings
×