Dopo anni di attesa e rinvii, il (CCNL) per il comparto scuola ha finalmente preso forma, portando con sé non solo aumenti salariali.
L’ultimo triennio contrattuale 2022-2024, infatti, si è chiuso con un accordo che – oltre a migliorare gli stipendi – prevede anche l’adeguamento delle pensioni per coloro che sono cessati dal servizio in questo periodo.
Tra gennaio e febbraio 2025, il personale scolastico vedrà l’erogazione degli aumenti salariali previsti dal CCNL 2022-2024. Gli incrementi medi mensili si aggirano intorno ai 150 euro per 13 mensilità, con punte di circa 185 euro per il corpo docente, naturalmente variabili in base all’anzianità di servizio.
Gli arretrati, invece, rappresentano una cifra considerevole: si stima che gli insegnanti potrebbero ricevere fino a 2.000 euro complessivi, con differenze a seconda della categoria di appartenenza. Ad esempio, gli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria si attestano su arretrati poco superiori a 1.100 euro, mentre i professori delle scuole superiori possono contare su circa 1.900 euro.
Questo scenario è il risultato di un rinnovo avvenuto con un netto ritardo rispetto alla naturale scadenza contrattuale, che ha lasciato per anni in “vacanza” la piattaforma contrattuale, generando così un accumulo di somme da corrispondere a titolo di arretrati.
Adeguamento pensioni per i cessati dal servizio
Non solo i lavoratori in attività, ma anche chi ha lasciato il servizio nel triennio di riferimento potrà beneficiare degli effetti economici del rinnovo contrattuale. Il CCNL 2022-2024 prevede infatti che gli incrementi stipendiali si riflettano automaticamente anche sull’assegno pensionistico, grazie a una normativa ormai consolidata e confermata da una sentenza della Corte di Cassazione (n. 29906 del 25 ottobre 2021).
In particolare, i pensionati che sono cessati dal servizio tra il 2022 e il 2024 hanno diritto al ricalcolo della pensione sulla base degli aumenti retributivi stabiliti dal nuovo CCNL. Tale ricalcolo riguarda non solo la pensione in sé, ma anche gli effetti previdenziali correlati, come il trattamento di fine servizio (TFS), per il periodo compreso tra l’inizio del triennio contrattuale e la data di pensionamento.
Chi è andato in pensione nel 2022 o nel 2023 non percepirà arretrati di stipendio, poiché quegli anni sono stati coperti dall’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC). Tuttavia, questi pensionati vedranno un aumento automatico della pensione. Per coloro che sono cessati dal servizio nel 2024 o nel 2025, invece, è previsto anche il recupero degli arretrati relativi agli anni in cui il contratto non era ancora stato rinnovato.

Tempi e modalità di corresponsione degli arretrati pensionistici – linkedincaffe.it
L’adeguamento pensionistico e la corresponsione degli arretrati spettanti vengono effettuati dall’INPS, che si basa sui dati trasmessi dalle amministrazioni pubbliche di provenienza dei dipendenti cessati. Le procedure sono complesse e i tempi possono risultare elevati, come storicamente avviene per tali operazioni.
Secondo le disposizioni del CCNL sottoscritto nel gennaio 2025 per il comparto Funzioni Centrali, a cui si applicano regole analoghe, gli arretrati pensionistici sono corrisposti a partire dal 1° gennaio 2024. Per chi è andato in pensione dopo settembre 2024, la corresponsione degli arretrati è certa, mentre per i cessati prima di quella data l’acconto già percepito a dicembre 2023 potrebbe superare gli arretrati maturati, rendendo quindi non dovuti ulteriori pagamenti.
L’automatismo del ricalcolo pensionistico esclude la necessità per i pensionati di presentare domande o istanze, ma non elimina le lungaggini burocratiche legate alla raccolta e verifica dei dati. Il Coordinamento Nazionale CSE FLP Pensionati auspica, tuttavia, che i tempi di attesa possano essere più contenuti rispetto al passato.
Prospettive per i lavoratori e pensionati
L’accordo raggiunto per il triennio 2022-2024 rappresenta un passo importante per il comparto scuola e per la pubblica amministrazione in generale, con un impatto positivo sia sui lavoratori in attività sia su chi ha già lasciato il servizio.
Gli arretrati rappresentano un riconoscimento economico dovuto a causa del ritardo nel rinnovo del CCNL, mentre l’adeguamento pensionistico garantisce la tutela del potere d’acquisto anche ai pensionati. Le procedure di ricalcolo e corresponsione degli arretrati, pur complesse, sono state consolidate da prassi e normative che favoriscono la trasparenza e l’automatismo nelle erogazioni.

Aumenti stipendiali e arretrati nel comparto scuola (www.linkedincaffe.it) 











