Social, ora a tutti questi utenti verrà chiesta la carta d’identità: che succede a chi viola le regole

carta di identità per accedere ai socialSocial e carta di identità_ ecco le novità - linkedincaffe.it

Per accedere ai social ci sarà l’introduzione della carta di identità per alcune categorie di utenti: ecco tutti i dettagli. 

In un momento storico in cui la protezione dei minori nel contesto digitale diventa sempre più cruciale, il Parlamento italiano ha presentato una proposta legislativa di grande impatto, destinata a trasformare radicalmente l’accesso ai social network per i giovanissimi. Il disegno di legge n. 1136, intitolato “Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale”, è stato recentemente depositato al Senato con l’obiettivo di limitare l’uso delle piattaforme social ai soli utenti di almeno 15 anni, imponendo un rigoroso controllo anagrafico e coinvolgendo attivamente la responsabilità genitoriale.

Una normativa per la sicurezza digitale dei minori

La proposta bipartisan, promossa principalmente da esponenti di Fratelli d’Italia e sottoscritta anche da rappresentanti del Partito Democratico, mira a contrastare efficacemente l’accesso dei minori ai social network più diffusi come Instagram, TikTok e YouTube. La ratio è chiara: i social, concepiti per un pubblico maturo e consapevole, risultano oggi ambienti potenzialmente nocivi per i più giovani, esposti a rischi psicologici quali ansia, isolamento, dipendenza da notifiche e pericolosi fenomeni di adescamento online.

Attualmente, l’iscrizione a tali piattaforme è permessa già dai 13 anni, in virtù del Codice della Privacy; tuttavia, la nuova legge intende elevare questa soglia a 15 anni, introducendo un sistema di verifica dell’identità che richiederà la presentazione della carta d’identità e l’autorizzazione formale dei genitori per chi non abbia ancora raggiunto tale età.

la carta di identità necessaria per accedere ai social

Accesso ai social con la carta di identità: le novità in arrivo – linkedincaffe.it

L’innovazione più significativa riguarda l’implementazione di un sistema tecnico di controllo per l’accesso ai social, che sarà sviluppato e gestito in collaborazione con l’Agcom e il Garante per la Privacy. Questo sistema eliminerà la possibilità di iscrizioni basate su semplici autocertificazioni, spesso facilmente aggirate con la creazione di account falsi o con dati anagrafici contraffatti.

Gli autori della legge sottolineano come la richiesta del documento di identità al momento della registrazione rappresenti la misura più immediata e affidabile per garantire il rispetto dell’età minima. Tuttavia, la vera efficacia della normativa dipenderà dalla collaborazione concreta delle piattaforme digitali, chiamate a garantire controlli effettivi e a impedire le tradizionali elusioni informatiche.

Nuove tutele per i baby influencer

La proposta legislativa non si limita a regolamentare l’accesso ai social, ma affronta anche un fenomeno in crescita: quello dei baby influencer, minorenni che generano reddito attraverso contenuti online. Per contrastare lo sfruttamento economico dell’immagine dei minori da parte di familiari o terzi, il ddl introduce misure patrimoniali specifiche. Gli introiti derivanti da visualizzazioni, sponsorizzazioni e collaborazioni dovranno essere versati su un conto vincolato intestato al minore, utilizzabile esclusivamente al compimento dei 18 anni.

Questa norma intende tutelare i giovanissimi talenti digitali, spesso protagonisti di numerose visualizzazioni e seguiti da centinaia di migliaia di follower, evitando abusi e garantendo trasparenza nell’amministrazione dei loro guadagni.

Sfide operative e bilanciamento con la privacy

Nonostante l’entusiasmo per una riforma che potrebbe diventare legge già all’inizio del 2026, restano aperte alcune sfide di natura tecnica e giuridica. La difficoltà principale consisterà nell’implementare sistemi di verifica dell’età efficaci senza introdurre procedure eccessivamente invasive o complicate, che potrebbero generare ostacoli burocratici o violazioni della privacy.

In particolare, la normativa dovrà trovare un equilibrio tra la tutela reale dei minori e il rispetto della riservatezza dei dati personali, evitando che i controlli diventino un limite alla libertà digitale o una fonte di discriminazioni.

Il disegno di legge si inserisce in un contesto di crescente sensibilità verso i rischi che il mondo digitale comporta per la salute mentale e il benessere dei giovani. Le evidenze mediche rilevano un aumento di disturbi correlati all’uso smodato dei social media, come ansia, depressione e dipendenza, fenomeni che hanno contribuito a far emergere la necessità di un intervento legislativo.

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