LinkedIn e aziende: l’ importanza dei profili dei dipendenti.
In LinkedIn la correlazione tra l’individuo, il suo profilo e l’azienda per la quale lavora, è stretta, cucita a doppio filo direi. In un post scritto qualche settimana fa...
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In un post scritto qualche settimana fa affrontavo l’importanza per le aziende di curare non solo il proprio spazio in Linkedin ma della necessità di interessarsi di cosa i propri dipendenti fanno e come lo fanno.
Nel post di oggi approfondirò un aspetto ancora troppo spesso trascurato dalle aziende italiane. Aspetto che rientra a pieno titolo in quel capitolo chiamato marketing interno, capitolo trascurato ma strategico ai fine di una comunicazione aziendale efficace.
Parlerò dell’importanza dei profili Linkedin dei dipendenti perché realizzare e alimentare con contenuti di qualità la propria pagina aziendale in LinkedIn e poi disinteressarsi di ciò che i propri dirigenti o il proprio staff fanno e dicono sulla piattaforma è come avere a bordo della propria barca rematori che, o se ne stanno con le mani in mano (perché senza remi) o, non avendo istruzioni adeguate, remano in direzioni diverse.
Risultato: un sacco di energie sprecate che per un azienda si traducono in “euro buttati dalla finestra”.
Il mio post di oggi vuole darti una mano a raggiungere due obiettivi:
Quanto i profili dei dipendenti possono influenzare e determinare l’immagine della azienda agli occhi di un potenziali cliente è palese. Non serva che te lo dica io. Basta che vai a guardare con attenzione cosa c’è scritto a lato della foto profilo. Si li, nel “posticino” deputato da LinkedIn dove ognuno di noi inserisce l’azienda dove lavora.
Se questo non ti basta per convincerti che qualcosina è meglio fare, mi sa che stai perdendo tempo con il mio post: non fa per te. 😉
Ok, so già cosa stai pensando. Che la tua paura è di dare in mano al tuo staff o ai tuoi dipendenti migliori strumenti che li possano far diventare interessanti e quindi li possano far passare alla concorrenza.
Ti rispondo così: il rischio c’è ma le migliori imprese non solo questo lo comprendono ma fanno in modo che i collaboratori validi abbiano tutte le ragioni per restare.
Più un dipendente sviluppa le proprie abilità maggior consistenza prenderà il suo profilo. Perché sarà lui stesso il primo a volerle mostrare ed inserire (effetto medaglia). E sai chi ne beneficerà anche? Ebbene si, la tua azienda.
Ho stilato 6 punti. Prendili come una mini guida per affrontare correttamente la questione. Una sorta di traccia.
Questo è a mio parere il modo corretto di affrontare il tema social all’interno dell’azienda. Qui ho parlato di LinkedIn ma la filosofia di fondo può benissimo essere applicata ad ogni altro social network.
Sono convinto sostenitore del permettere e anzi incoraggiare e aiutare i propri dipendenti nell’uso dei social network.
Utilizzare metodi anacronistici come impedire l’uso di internet in azienda o mettere filtri per limitare l’accesso ai social è non sono inutile ma pure controproducente. Loro ai social prima o poi ci arrivino e secondo voi cosa potranno mai pensare o peggio scrivere di te e della tua azienda?
Come di consueto Ti lascio infine i link degli articoli delle settimane precedenti di #LinkedInCaffè e del mio ebook dove puoi trovare alcuni tricks per migliorare l’uso del tuo profilo LinkedIn.
Ebook:
Comments
Buongiorno Mirko
ho una domanda inerente quanto ha scritto, che tende a capire qual’é il limite fino a cui un azienda (o un dipendente, dipende dal punto di vista) si può spingere.
Più precisamente, noto che ci sono sono sempre più aziende che “impongono” ai dipendenti di inserire, nel proprio profilo, una descrizione dell’azienda “standard” x tutti i dipendenti.
Mi chiedo quanto questo possa essere un valore, sia per l’azienda che per il dipendente, e quanto questo invece possa ledere la libertà del dipendente stesso, che immagino possa rifiutarsi di farlo.
Qual’è la sua opinione al riguardo?
grazie in anticipo
Fabrizio
Buongiorno Fabrizio,
spesso c’è differenza tra la richiesta in sè e il percepito da parte del dipendente. Ciò ovviamente dipende da come si chiedono le cose e soprattutto da come il dipendente vive il rapporto con la propria azienda indipendentemente dal fatto che questa un giorno si è sognata di introdurre una policy aziendale per i dipendenti sui social (e soprattutto su LinkedIn). Io sostengo sia necessario che l’azienda prenda seriamente in mano quest’aspetto e non lasci al caso la questione. Ma ovviamente, come ho scritto, c’è modo e modo. In vita mia ho capito che spesso le persone fanno molto più di quel che chiedi se solo sei capace di coinvolgerle prima nel progetto e chiederglielo nei modi e tempi corretti.
Ogni imposizione calata dall’alto anche se giusta ha sempre il sapore della privazione.
Ecco. Direi che è opportuno per il management capire questo e soprattutto comprendere che coinvlgere più che imporre è la chiave del successo.